In questi giorni il Governo è concentrato sulla messa a punto della Legge di stabilità che dovrà pianificare la gestione delle finanze pubbliche nei prossimi tre anni. Una bozza del testo che è stata pubblicata ieri dalle agenzie di stampa, contiene pesanti tagli al comparto sanitario che potrebbe dover sopportare una riduzione dei finanziamenti pari a quattro miliardi di euro. Oggi diverse voci del Governo hanno cercato di gettare acqua su fuoco, parlando di scelte non ancora definite. Reazione che non è bastata a tranquillizzare gli operatori del settore. Fra questi il Presidente di Confcooperative FederazioneSanità e di Osa Coop, Giuseppe Milanese, che ha tuonato contro la prospettiva dei tagli lineari, aggiungendo che una “rimodulazione” della Sanità è “necessaria”.
“La razionalizzazione dei costi è assolutamente doverosa – ha spiegato il presidente di Osa -, ma occorre intervenire con una visione complessiva che consideri prioritario l’obiettivo di colmare la richiesta di servizi assistenziali da parte dei cittadini. In caso contrario, esiste il pericolo di provocare effetti negativi con il passare del tempo, facendosi illudere da risultati meramente aritmetici nell’immediato”.
Il taglio costante dei posti di degenza ospedaliera che è stato effettuato in questi anni non ha avuto, è il concetto sul quale insiste , una risposta parallela nella creazione di servizi assistenziali territoriali. “L’obiettivo – ha spiegato – deve essere quello di rimodulare l’offerta sanitaria italiana, sottraendo centralità al ruolo degli ospedali. In questi dovranno essere trattate solo le malattie in fase acuta, con interventi medici o chirurgici. Il resto del sistema di cure deve essere in grado offrire ai cittadini un servizio qualificato, efficace e accessibile. Il Governo si dovrebbe impegnare nella promozione del secondo pilastro del welfare, rendendolo sinergico rispetto alle politiche di razionalizzazione del sistema pubblico”.
Sulla necessità di una revisione del sistema sanitario, ma evitando i tagli lineari, si è espressa anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Intervenendo questa mattina nella trasmissione Tg2 insieme, la titolare del dicastero ha parlato di “ipotesi” quando si è riferita alle cifre ventilate. Lorenzin ha comunque spiegato che il lavoro sul testo definitivo della Legge dovrà cercare di “scovare gli sprechi nascosti” nelle pieghe del Servizio sanitario nazionale, evitando di effettuare tagli lineari. Nella mattinata di oggi, anche Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha cercato di ridimensionare l’allarme sui quattro miliardi previsti dalla bozza della Legge di stabilità, affermando che le cifre sono ancora in corso di definizione.