Che colore ha la solidarietà? Sarà bianca, rossa, gialla oppure nera come la pelle di tanti migranti che attraversano il Mediterraneo per avere una speranza di vita. Per la Cooperativa OSA la solidarietà ha il colore dei 50mila volti che ogni giorno lavorano, trovano assistenza e condivisione in ogni parte d’Italia. Senza distinzioni. Ha il tratto del viso di una madre che, per mettere in salvo il bambino che ha nel grembo, affronta il viaggio più disperato. È accaduto a mamma Olu che partendo dal cuore della Nigeria ha attraverso il deserto fino ad arrivare nei campi di concentramento della Libia. La speranza per una vita colorata viene affidata ad un gommone di fortuna. La sua condizione di partoriente la porta ad essere collocata nel fondo dello scafo, in quello che viene definito il reparto dei meno abbienti. Buio, scuro, nero come il mare di notte. Ammassata con altri immigrati affianco ai motori e in mezzo a una perdita di benzina. Durante la difficile traversata divampa un incendio. Olu viene investita dalle fiamme, la parte inferiore del suo corpo rimane ustionata; per fortuna la Sicilia è vicina, la salvezza anche questa volta è sulle coste italiane. Lo sbarco e il trasporto nell’ospedale civile dove nasce Andrew con una gravissima emorragia ipotalamica. È un parto pre-termine. La diagnosi è terribile: ipossia cerebrale post partum, con severa encefalopatica epilettica in trattamento farmacologico. Andrew non sente, ha una tetraparesi e difficilmente aggancia lo sguardo. Il ricovero in ospedale dura diversi mesi. L’oscurità avvolge ancora la speranza. La forza di volontà di Olu la fa diventare una eccellente infermiera per le necessità del suo piccolo.
Oggi Andrew ha quattro anni e gli operatori della Cooperativa aiutano la famiglia nelle necessità sanitarie. Il bambino è inserito nei protocolli della ASP di Palermo. Con lui è cresciuto un rapporto strettissimo tra infermieri, fisioterapisti e medici che supera di gran lunga i compiti istituzionali. Una storia di solidarietà e umanità, quella del piccolo Andrew, che è raccontata sulle pagine del secondo numero del Magazine 50MILA VOLTI.
Andrew vive con la sua famiglia in una piccola casetta dignitosa nel cuore di Palermo. Il suo angelo custode ha le fattezze della pediatra Maria Laura Lavecchia, un raggio di luce in tanto dolore. La pediatra segue con attenzione l’intera famiglia nel frattempo cresciuta grazie alla nascita del fratellino Welth.
Lo sguardo meraviglioso di Andrew svela tutto il suo dolore e tutte le sue sofferenze ma che necessita di un grandissimo amore che è quello della sua famiglia. “Se un giorno Andrew non dovesse esserci più”, dice la pediatra, “vorrei che avvenisse tra le braccia di suo padre e di sua madre. Io non lo separerò mai dai suoi genitori avendo la certezza che è un bambino che necessita di un continuo monitoraggio”. Ogni piccolo, minuscolo miglioramento di Andrew è un traguardo importante per tutti gli operatori della Cooperativa. “Ci sono dei momenti in cui avverto la sua collaborazione ai vari stimoli che gli vengono inviati – racconta la fisioterapista Antonietta Ficarra – mi rendo conto che sono dei piccoli miglioramenti, ma è fondamentale per il suo futuro”.
Andrew oramai si fida degli operatori OSA. Percepisce le voci e la loro presenza prima ancora che si inizino le attività. Dopo le diverse dimissioni ospedaliere è come se tutto il lavoro fatto venisse cestinato. Bisogna ricominciare da capo, senza paura, perché quegli occhi già ne hanno viste tante. Con dedizione, professionalità ed umanità come nello spirito della Cooperativa poiché Andrew e la sua famiglia sono persone che compongono il colorato mondo dei 50mila volti OSA.