Secondo l'Euro Index Consumer Health (EHCI) pubblicato dalla Health Consumer Powerhouse, istituto specializzato nel confronto tra i sistemi sanitari di tutta Europa, la sanità italiana si conferma al 22° posto nel panorama continentale anche nel 2016. L'analisi fa il punto sui dati statistici sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini in base a 48 diversi indicatori suddivisi in 6 aree: diritti dei pazienti e informazione, accesso alle cure, risultati trattamenti, gamma servizi, prevenzione e uso di prodotti farmaceutici.
In generale, nel rapporto, si sottolinea come la sanità europea sia in costante miglioramento per quanto riguarda alcuni ambiti quali la mortalità infantile, tasso di sopravvivenza malattie cardiache, ictus e cancro. La nota dolente è invece rappresentata dalla persistente inefficienza che si rispetta in troppi dei 35 paesi europei presi in analisi.
Al top della classifica stilata dall'EHCI si confermano i Paesi Bassi, seguiti dalla Svizzera e dalla Norvegia. Appena fuori dal podio troviamo invece Belgio, Islanda e Lussemburgo che precedono Germania e Finlandia. La Francia è undicesima, il Regno Unito addirittura al quindicesimo posto. Invariata la posizione dell'Italia che, come nel 2015, rimane al ventiduesimo posto. Da notare come nel 2006 (quando i paesi misurati erano 26) il nostro Paese era undicesimo.
“L'Italia – si legge nell’indagine – ha la più grande differenza riferita al pro capite tra le regioni di qualsiasi paese europeo. Il PIL della regione più povera è solo 1/3 di quello della Lombardia (la più ricca). Anche se in teoria l'intero sistema sanitario opera sotto un ministero centrale della salute, il punteggio dell’Italia è un mix tra il verde (livello alto) da Roma in su e il rosso (livello più basso) per le regioni meridionali e per questo su molti indicatori i punteggi sono gialli”.
“A dispetto di un miglioramento generale – rileva l'analisi – permane il divario tra i top performer (Nord Europa e Svizzera) e quelli meno sviluppati (Sud-Est europeo). L’Italia come la Spagna forniscono servizi di assistenza sanitaria di eccellenza in molti luoghi. Ma l’eccellenza reale nel sud europeo sembra essere un po' troppo dipendente dalla capacità dei consumatori di permettersi la sanità privata come supplemento alla sanità pubblica. Inoltre, sia la Spagna e l'Italia mostrano grande variabilità regionale che tende a tradursi in molti punteggi gialli per questi paesi”.