Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità è stato interpellato dal prestigioso quotidiano romano per illustrare i punti fondamentali della legge sull’assistenza socio-sanitaria, recentemente approvata dal Parlamento
Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese, è stato interpellato dal quotidiano Il Messaggero in merito alla riforma del welfare varata dal Governo Meloni che garantisce l’assistenza domiciliare agli anziani e alle persone con fragilità e cronicità. “In pratica farà vivere meglio i pazienti anziani, statisticamente affetti da diverse patologie croniche. Inoltre, questo tipo di organizzazione graverà meno sulle casse dello Stato”, spiega Milanese. “I dati dei pazienti anziani italiani sono impressionanti. Su un totale di 10 milioni di persone di tutte le età che necessitano di assistenza domiciliare, oltre 3 milioni hanno più di 65 anni e non sono autosufficienti. I numeri sono alti e la spiegazione è che l’Italia è il paese al mondo più vecchio dopo il Giappone”.
La legge che è stata appena approvata dal Parlamento costituisce un punto fermo e sposta il peso sulla dignità del malato. “Abbiamo lasciato per troppi anni gli anziani da soli ad affrontare i problemi sanitari, spesso con famiglie impreparate. La vera sfida non è rappresentata dalle malattie acute, ma dalla cronicità di tante patologie che richiedono assistenza e cure continue”.
Ora che è passata la legge ci sono risorse da allocare e distribuire. “A questo punto occorre pensare a come formare il personale sanitario. Gli operatori devono sviluppare competenze tecniche tanto quanto educarsi a quella attitudine necessaria a prendersi cura degli anziani. Mi auguro che nel giro di un anno si possano avere risorse per la formazione. Dalle proiezioni che abbiamo realizzato, a livello nazionale sono necessari almeno 100 mila operatori per assistere a domicilio un totale di un milione e 80 mila pazienti, così evitando anche ricoveri ospedalieri impropri”.