Solamente il 15,4% degli anziani si rivolge al proprio medico per chiedere consigli circa la corretta alimentazione e 1 su 3 si nutre in modo scorretto mangiando anche cibi scaduti. Lo sostiene uno studio dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma illustrato in occasione della IV Giornata per la Ricerca promossa dalla facoltà di Medicina e Chirurgia, dedicata quest'anno al tema della nutrizione in occasione dell'Expo 2015.

La ricerca è stata condotta su un gruppo di 200 anziani con un'età media di 74 anni. ''Le carenze nutrizionali e una non corretta alimentazione associate ad una ridotta attività fisica – ha spiegato Francesco Landi, del dipartimento di Geriatria – possono determinare l'insorgenza di fragilità fisica e cognitiva durante l'invecchiamento''.

Fra i lavori presentati dai ricercatori anche quello relativo alla dieta troppo ricca di carboidrati rapidamente assorbibili, come gli zuccheri. Questa abitudine alimentare comporterebbe infatti non solo un elevato rischio di obesità, ma esporrebbe l'individuo ai deficit cognitivi. Semaforo verde invece per gli alimenti ricchi di antiossidanti, come pesce, olio extravergine di oliva e broccoli, che tengono alla larga dall'infiammazione associata all'obesità.

Via libera anche agli acidi grassi omega 3 (presenti nel pesce, nei crostacei, nelle mandorle e nelle noci) e alle vitamine del gruppo B che si sono dimostrate in grado di rallentare la crescita di tumori del colon e melanoma del 30% e di abbattere del 40% il rischio di sviluppare il tumore della bocca.

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