Si chiama “Passi d’argento”, ed è la rete di osservazione sul mondo della terza età costruita dal Ministero della salute con il coordinamento dell’Istituto superiore di sanità. Nell’ambito dell’iniziativa sono stati intervistati circa 24.000 ultra 64enni residenti in 18 Regioni italiane.

La fotografia che è stata ricavata parla di una realtà fatta da persone che nel 60 per cento dei casi denuncianodifficoltà economiche e che per il 20 per cento vivono da sole. La metà del campione intervistato dichiara di aver bisogno di aiuto nell’esecuzione delle principali attività quotidiane.

In media, gli individui che non riescono da soli a compiere atti semplici come usare il telefono o prendersi cura della casa o di stessi, rappresentano il 37 per cento degli intervistati. All’interno di questo gruppo esistono rilevanti differenze territoriali, in quanto gli anziani non del tutto autosufficienti si concentrano nelle Regioni del Sud e nelle isole nel 49 per cento dei casi.

Per quanto riguarda lo stato di salute, il 64 per cento delle persone ascoltate dichiara di essere affetto da unamalattia cronica, anche in questo caso con un prevalenza maggiore per chi vive nelle regioni del Mezzogiorno. Una parte non piccola degli intervistati, pari a circa il 14 per cento, riferisce di avere problemi di varia gravità alla vista. Passi d’argento ha anche consentito di scoprire che sono molto diffusi i problemi legati alla depressione collegata all’isolamento sociale e alla mancanza di attività fisica. In questo campo, oltre alle differenze territoriali, è stata rilevata una incidenza maggiore nelle donne (26 per cento) rispetto agli uomini (14 per cento). Particolarmente interessante il dato sulla scarsa attività fisica in quanto è noto che muoversi poco predispone e fratture aumentando il rischio di cadute. Proprio questi incidenti sono stati riferiti dall’11 per cento delle persone nei 30 giorni che hanno preceduto l’intervista.

I dati riportati in questa ricerca sottolineano come, nel campo dell’assistenza agli anziani in difficoltà, sia ancora possibile e si debba fare molto. Una recente classifica mondiale ha collocato l’Italia al secondo posto peraspettativa di vita dopo il Giappone. In questo ambito il nostro Paese è primo in Europa ma la posizione è molto diversa quando si usa il parametro dell’”invecchiamento attivo e in buona salute” della popolazione. Secondo questo indicatore, infatti, occupiamo solo la quindicesima piazza, su 27 nazioni. L’obiettivo dei prossimi anni, secondo quanto previsto anche da una strategia europea, sarà quello di ridurre di almeno 2 anni il periodo di non autosufficienza che accompagna l'ultima parte della vita dei nostri anziani entro il2020.

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