Durante un recente incontro, il Consiglio dei ministri ha adottato il “Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità“, presentato dal ministro del Welfare Enrico Giovannini. Si tratta di un testo che è stato messo a punto dall'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e che rappresenta l’insieme delle intenzioni programmatiche del Governo per i prossimi due anni. L’adozione del piano da parte del Governo fa seguito alla ratifica del nostro Paese della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell'Onu (Convention on the rights of persons with disabilities).

Uno degli obiettivi più importanti, si legge nel testo, è quello di “rendere la persona con disabilitàprotagonista della propria vita, partecipando, nella misura massima possibile, alle scelte della propria esistenza, della propria salute e del proprio patrimonio”. Al pari della Convenzione Onu, il documento italiano affronta alcune grandi questioni come la promozione di politiche che consentano ai disabili una vita indipendente e piena. Obiettivo da raggiungere garantendo tutti i diritti della persona, partendo da quello alla vita fino al diritto allo studio passando per la garanzia all'accesso a tutti gli spazi pubblici, abbattendo ogni barriera architettonica. Sebbene si tratti solo di linee programmatiche, che devono ancora trovare un effettivo finanziamento, sono utili a capire in quale direzione si stiano muovendo la Politica mondiale in generale e la sensibilità pubblica in particolare.

L’importanza dei temi legati all’assistenza ai disabili è stata ribadita con forza anche da Papa Francescodurante la sua recente visita ad Assisi. Significativo il fatto che il suo primo discorso nella città del santo che gli ha dato il nome, sia stato pronunciato presso l’Istituto Serafico che ospita centinaia di bambini e ragazzi colpiti da disabilità molto gravi. Il Santo Padre ha ricordato come curare gli ammalati sia come “ascoltare le piaghe di Cristo”. Un richiamo a cercare Gesù anche nella sofferenza dei più deboli. Un dolore che deve avere una risposta nonostante si sia manifestato all’interno di una società che è stata “inquinata dalla cultura dello scarto, le cui vittime sono proprio le persone più deboli, più fragili”.

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