“Le porto un caffè o preferisce un ginseng”? Si chiama Simona la ragazza con sindrome di Down che serve ai tavoli e prende le ordinazioni. Ci troviamo al bar “Baraonda” all’interno del Centro diurno semiresidenziale di Via Majorana gestito da OSA.
“Si tratta di un bar speciale – ci spiega la Responsabile Sanitaria del Centro Felicia Carletto – nato dall’idea di alcuni operatori per dare la possibilità ai ragazzi ospiti della struttura di simulare una condizione di vita quotidiana nell'ambito delle attività di gruppo, stimolando sia l’aspetto socializzante che quello riabilitativo.
Il nome, invece, è stato scelto proprio dai ragazzi che sono coinvolti in modo attivo all’interno del bar: c’è chi prepara il caffè o il cappuccino, chi serve ai tavoli, chi sta in cassa, altri si siedono ai tavolini come normali clienti. Il locale non è aperto al pubblico ma abbiamo cercato di ricreare il più possibile l’atmosfera di un vero bar con gli strumenti a nostra disposizione. Nell'allestimento non abbiamo coinvolto i ragazzi perché con le loro disabilità vanno facilmente in ansia. Anche la scelta di chi può partecipare a questa attività è stata fatta in relazione alla capacità che hanno i ragazzi di gestire situazioni di questo tipo”.
Questa è solo una delle tante attività che il Centro offre ai propri ospiti, alcuni dei quali sono cresciuti dentro questa struttura ancor prima che fossero presi in carico dalla Cooperativa. OSA gestisce direttamente il ramo d’azienda ex art. 26 dal novembre 2011: si occupa quindi del Centro semi-residenziale in via Majorana, di un ambulatorio nel territorio della ASL Roma B dove prevalentemente arrivano bambini e fa assistenza domiciliare a pazienti con problematiche neuromotorie. Il Centro offre un servizio di tipo semiresidenziale dove gli utenti sono assistiti dalle ore 8.18 alle ore 15.30. Nell'arco di queste ore vengono forniti diversi interventi che secondo la normativa regionale fanno parte della ‘riabilitazione in regime estensivo o di mantenimento'. Attualmente gli utenti presenti sono 49, di tutte le fasce d'età, tra cui un solo minore, accomunati dalla stessa condizione clinica, la disabilità intellettiva.
Leggi l'intero articolo pubblicato sull'ultimo numero di giugno 2015 di OSA News