Una famiglia che entra in sala parto si aspetta di uscirne con il cuore gonfio di gioia e con nuova, sana, vita da accudire e da crescere. Alcune volte però le cose vanno male e il momento della nascita si trasforma in un dramma. Può capitare che un problema in gravidanza venga male interpretato dai medici e che non venga posto rimedio in tempo, inducendo gravi danni al nascituro. Il figlio di Franco Tognazzi ha subito questo destino, patendo una grave carenza di ossigeno che gli ha irrimediabilmente danneggiato il cervello.
Inizia così, 47 anni fa, a Roma, il calvario di un genitore che si troverà a dover accudire per tutta la vita una persona gravemente disabile . Un’esistenza fatta di ostacoli fisici e psicologici molto difficili da accettare e da superare. Alessandro, suo figlio, non è in grado di muoversi o di comunicare. Un dramma umano che durante tutto questo tempo ha dovuto fare i conti con difficoltà anche di natura burocratica. Niente di tutto ciò è riuscito a distruggere la tempra di di un padre, che si è sempre battuto perché il suo Alessandro potesse essere curato nel migliore dei modi. “I ragazzi come mio figlio – ha raccontato Franco a Osa News – hanno bisogno di essere assistiti anche una volta diventati adulti. Si tratta di avere a che fare con persone che pesano anche 90 chili, rendendo indispensabile l’aiuto di persone esterne alla famiglia, di noi che invecchiando non riusciamo più a fare da soli”.
Un momento di grave crisi arriva nel 2006, quando Alessandro, insieme ad altri quasi 200 ragazzi disabili, rischia di essere abbandonato a se stesso in seguito alla minacciata chiusura di una struttura che si occupava di loro nella Capitale. Il centro alla fine viene chiuso davvero. Franco, come ha sempre fatto, si prende peròcarico dei suoi problemi e di quelli degli altri genitori, formando l’associazione “Difesa e Rinascita”, della quale diventa presidente. Uno strumento di lotta grazie al quale riesce a incontrare Augusto Battaglia, allora assessore alla Sanità della Regione Lazio e anche il prefetto Achille Serra. Il gruppo di genitori si incarica infatti di rappresentare le esigenze dei propri figli nelle sedi delle istituzioni. “Per fortuna – ha aggiunto Franco – i confronti sono stati positivi. Tutti si sono dimostrati molto disponibili a trovare la soluzione più adatta al nostro caso, anche quando la situazione fosse ormai arrivata sul punto di precipitare”.
Grazie a questo impegno, l’assistenza ai ragazzi continua a essere garantita, anche se in un'altra struttura. La sede è quella del centro diurno di Via Majorana, gestito dalla Cooperativa Osa. “Le ore che i nostri figli passano con gli operatori – ha continuato Franco – consentono a loro di mantenere stabili le condizioni di salute, e a noi di staccare un po’ dall’attività di assistenza che può essere estremamente stressante. Da quando abbiamo fondato Difesa e Rinascita, ci confrontiamo quotidianamente con il personale di Osa, che ci ascolta e cerca di fare in modo che la vita dei nostri figli possa comprendere anche momenti di svago. Uscite di gruppo, momenti ricreativi o, per quanto consentito dalle loro condizioni, anche attività occupazionali”.
L’associazione si occupa anche di organizzare attività autonome, come la costituzione di un fondo cassa comune per finanziare l’acquisto di materiale utile ai ragazzi. Il prossimo 17 novembre, inoltre, i ragazzi di Difesa e Rinascita verranno ricevuti da Papa Francesco. Un premio per chi si è dimostrato un esempio di forza umana e morale fuori dal comune.