“I valori cristiani ci sono per condividerli. Anche con quelli che non pensano come noi ma vogliono le stesse cose che noi vogliamo. Andate avanti, coraggio! Siate creatori, poeti, avanti!”. Con queste parole, Papa Francesco ha esortato i settemila membri di Confcooperative, ricevuti in udienza sabato 28 febbraio presso la sala Paolo VI, in Vaticano.
Il Santo Padre ha chiesto ai partecipanti di continuare il loro impegno per un'economia “a misura d'uomo”, in cui le cooperative hanno un ruolo insostituibile. “Le cooperative – ha detto il Pontefice aprendo il suo intervento – sfidano tutto, anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre. E un fallimento è un mezzo fallimento”. E la sfida più grande è quella di “portare la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento, fino alle periferie esistenziali dove la speranza ha bisogno di emergere e dove, purtroppo, il sistema sociopolitico attuale sembra invece destinato a soffocare la speranza, a rubare la speranza”.
Il Papa ha rivolto poi cinque incoraggiamenti “concreti” agli uomini e alle donne di Confcooperative, perché, per prima cosa “le cooperative devono continuare a essere il motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali e della società civile”. Il secondo incoraggiamento è rivolto direttamente a chi, come OSA, lavora da anni in ambito socio-sanitario. Il Papa ha parlato di carità e assistenza, chiedendo di “realizzare nuove soluzioni di welfare, in particolare nel campo della sanità, un campo delicato dove tanta gente povera non trova più risposte adeguate ai propri bisogni.” “Conosco – ha affermato ancora il Santo Padre – che cosa fate da anni con cuore e con passione, nelle periferie delle città e delle nostre società, per le famiglie, i malati, gli anziani e le persone svantaggiate e in difficoltà per ragioni diverse, portando nelle case cuore e assistenza. La carità è un dono!”. Il Papa ha poi parlato di economia, ricordando che “si corre il rischio di illudersi di fare del bene mentre, purtroppo, si continua soltanto a fare marketing, senza uscire dal circuito fatale dell’egoismo delle persone e delle aziende che hanno al centro il dio denaro. Invece noi sappiamo che realizzando una qualità nuova di economia, si crea la capacità di far crescere le persone in tutte le loro potenzialità”. Persone come il socio della cooperativa che “non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev’essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, crescere come persona, socialmente e professionalmente, nella responsabilità, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme”.
“Il movimento cooperativo – ha sottolineato il Pontefice, parlando di lavoro e famiglia nel suo quarto incoraggiamento – può esercitare un ruolo importante per sostenere, facilitare e anche incoraggiare la vita delle famiglie”. Infine il quinto monito: “Investite e investire bene”, anche collaborando di più tra cooperative bancarie e imprese, perché il denaro “è lo sterco del diavolo” ma “messo al servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale”.