In Italia sono circa 630 mila le persone diversamente abili che avrebbero bisogno di assistenza costante e che invece vivono da sole. Il dato è stato registrato dall'Istat e riferito in Commissione Affari sociali alla Camera da Linda Sabbadini (direttrice del dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali).

Secondo quanto riferito dall’istituto di ricerca la maggior parte (580 mila) ha più di 65 anni, mentre tra i 40 e i 60 mila hanno meno di 64 anni. L’Istat, inoltre, ha stimato che nell’arco dei prossimi 5 anni, questo numero salirà di  12.600. È alla luce di questi dati, dunque, che le istituzioni dovranno programmare e realizzare una risposta adeguata, in termini di servizi e risorse, ai bisogni di queste persone.

Nel dettaglio, si legge nel rapporto, sono 3,2 milioni persone dai 6 anni in su “con limitazioni funzionali” (questa è la nuova definizione adottata dall'Istat a partire dal 2013 nella sua Indagine sulle condizioni di salute. Definizione che sostituisce quella di “persone con disabilità”, comunemente utilizzata in precedenza).

580 mila, invece sono i giovani e gli adulti con problematiche classificate come “gravi”. Circa 260 mila di questi sono “figli”, ovvero vivono con uno o entrambi i genitori. Oltre la metà (54%) non riceve aiuti dai servizi pubblici né si affida a quelli a pagamento e non può contare sull'aiuto di familiari non conviventi: l'assistenza grava quindi completamente a carico dei familiari conviventi. Solo il 17,6% usufruisce invece di assistenza domiciliare sanitaria o non sanitaria pubblica.

1,5 milioni, infine, sono le persone anziane (over 65) con problematiche classificate come gravi. Il 43,5% queste (580 mila come detto in precedenza) vivono da sole, il 25,6% con il proprio partner e il 16,8% con i figli. Complessivamente, il 25% usufruisce di assistenza domiciliare pubblica, ma l'8,4% riceve solo l'aiuto dei familiari conviventi.

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