“Promuovere la cultura della gratuità e del dono, indispensabile per superare la cultura del profitto e dello scarto” è l’invito chiaro che Papa Francesco ha consegnato a tutti i fedeli in occasione della XXVII Giornata Mondiale del Malato.

 

Questa esortazione del Pontefice è stata il fil rouge che ha mosso operatori ed ospiti protagonisti della Santa Messa celebrata nella Sala polifunzionale delle residenze Villa Bianca e Casa Melissa di Mesagne. Vivere donando agli altri il proprio tempo e le attenzioni che meritano è il modo migliore per confermare la propria fede. L’Eucarestia, presieduta dal parroco don Antonio Randino, è stata l’occasione per condividere la spiritualità del Buon Samaritano.

 

Ogni momento è stato preparato con attenzione: le preghiere dei fedeli, i canti e il servizio all’altare, tutto curato dalla comunità degli assistiti e degli assistenti. Il senso del donare agli altri, senza ricevere nulla in cambio, si è concretizzato nel momento dell’offertorio, quando due signore, ospiti della Residenza, hanno portato sull’altare un cesto con beni di prima necessità.

Si tratta di una parte simbolica della raccolta promossa in queste settimane nelle Residenze. I beni verranno consegnati ai volontari Caritas parrocchiali che assistono diverse famiglie in difficoltà economica della città.

 

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8) ecco la pagina del Vangelo che il Pontefice ci propone per consolidare la nostra fede.

“La Chiesa – si legge nel messaggio del Santo Padre Francesco – Madre di tutti i suoi figli, soprattutto infermi, ricorda che i gesti di dono gratuito, come quelli del Buon Samaritano, sono la via più credibile di evangelizzazione. La cura dei malati ha bisogno di professionalità e di tenerezza, di gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza, attraverso i quali si fa sentire all’altro che è caro”.

 

Quei gesti si moltiplicano, crescono e vanno oltre le mura della nostra struttura. Sono l’attenzione chiara a chi ha bisogno e aspetta di ricevere quanto necessario. L’esperienza di servizio al fianco degli ammalati conferma che: “Il dono è, quindi, prima di tutto riconoscimento reciproco, che è il carattere indispensabile del legame sociale. Nel dono c’è il riflesso dell’amore di Dio, che culmina nell’incarnazione del Figlio Gesù e nella effusione dello Spirito Santo”.

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