Il trattamento a base di staminali utilizzato anche per la cura del cancro contribuirebbe a dare una nuova speranza alle persone affette da sclerosi multipla, la malattia neurodegenerativa che, solo nel nostro Paese, colpisce circa 68 mila individui, per un totale di circa 1800 nuovi casi ogni anno (secondo le stime raccolte in '“Altlas: multiple sclerosis resources in the world, 2008 and 2013”, l’indagine più completa mai realizzata sulla sclerosi multipla).
L'annuncio arriva dal Regno Unito grazie alla ricerca condotta dai medici del Reale Hallamshire Hospital di Sheffield che hanno testato il trattamento su 20 pazienti nel corso di tre anni. Secondo lo studio, infatti, la terapia, attraverso un trapianto di midollo osseo con le staminali del pazienti, “resetta” il sistema immunitario, facendo registrare notevoli miglioramenti nei pazienti.
Come riporta la Bbc, che ha dato notizia della ricerca, il trattamento, noto come trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe (HSCT), ha lo scopo di distruggere il sistema immunitario difettoso con la chemioterapia, per poi ricostruirlo con le cellule staminali raccolte nel sangue del paziente stesso, ma in una fase di sviluppo così precoce da non aver ancora sviluppato i difetti che scatenano la sclerosi multipla.
“Il sistema immunitario viene ripristinato e riavviato in un punto precedente alla malattia”, spiega John Snowden, consulente ematologo al Royal Hospital Hallamshire. “Se è vero – commenta Emma Gray, responsabile della Multiple Sclerosis Society del Regno Unito – che può essere in grado di stabilizzare o migliorare la condizione in alcune persone, potrebbe non essere efficace per tutti i malati”.