Finalmente c’è una legge di sistema sull’assistenza primaria anche in Puglia. Dopo anni di richieste di normalizzazione, la legge approvata dal Consiglio regionale mette un po’ di ordine nel sistema dell’assistenza residenziale e domiciliare in cui i cittadini pugliesi possono finalmente trovare risposte ai loro bisogni”. Con queste parole il presidente di OSA e di FederazioneSanità, Giuseppe Milanese, ha commentato l’approvazione in Puglia della nuova legge regionale sulla riabilitazione, che prevede la riorganizzazione delle strutture socio-sanitarie pugliesi per l’assistenza residenziale alle persone non autosufficienti.

 

La proposta di legge è stata approvata dal Consiglio regionale della Puglia e introduce elementi di chiarezza e razionalizzazione nel settore. Permette inoltre che gli ospiti delle Rsa possano comunque continuare a rimanere nelle stessa struttura, che dovrà essere nelle condizioni di erogare prestazioni di bassa, media e alta intensità assistenziale. In sostanza, cambia la terapia a seconda delle condizioni di salute del paziente.

 

In particolare, secondo Milanese, “anche la semplificazione in Rsa con tre livelli di intensità” di assistenza in base alle condizioni del paziente “ci pare positiva, in modo da uscire definitivamente dalla giungla di articoli nei quali i cittadini dovevano ritrovare il loro profilo di malattia“. Per il presidente di OSA e di FederazioneSanità è “positiva anche l’ipotesi di poter chiudere tutti i contenziosi in essere per aprire una nuova stagione, fatta di regole chiare e di riconoscimento dei diritti, compreso quello della libera scelta da parte dei cittadini”.

 

Il prossimo passo riguarderà “i regolamenti: speriamo di non dover aspettare troppo perché la Puglia ha bisogno di risposte urgenti. Potrebbe diventare infatti una regione di riferimento per tutti gli anziani d’Italia e anche d’Europa, che potrebbero trovare in questa regione assistenza e ospitalità, caratteristiche tipiche del DNA pugliese”. Infine, secondo Milanese sarà necessario “rivedere gli standard assistenziali che sino ad oggi, a parità di popolazione, hanno fatto registrare in Puglia un decimo dei posti presenti in Emilia-Romagna”.

 

Fonte: www.dire.it

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