Dimenticare un nome, un appuntamento o dove si è riposto un oggetto capita a tutti. Ma agli uomini accade prima, già intorno ai 40 anni. Le donne, invece, cominciano 'a perdere colpi ' durante la mezza età grazie agli estrogeni. A indagare sul complesso fenomeno dell'inevitabile declino mnemonico è stato un gruppo di ricercatori americani della Mayo Clinic Foundation di Minnesota la cui ricerca è stata pubblicata su 'Jama Neurology'.

Gli autori hanno esaminato con la Pet struttura e attività cerebrali di 1.246 persone di età compresa fra i 30 ed i 95 anni, dotate di normali funzioni cognitive. Lo studio, durato dal 2006 al 2014, ha messo in luce che la memoria diminuisce costantemente già a partire dai 30 anni. E non basta: tra i 30 e i 60 anni le dimensioni dell'ippocampo, l'area cerebrale deputata alla formazione e alla conservazione dei ricordi, si riducono gradualmente. Secondo gli scienziati, questo fenomeno influenzerebbe il funzionamento cerebrale che, con la perdita delle connessioni nervose associata all'avanzare dell'età, determinerebbe il calo di memoria.

Il processo risulta più rapido negli uomini, soprattutto dopo i 40 anni. Il volume del loro ippocampo, inoltre, è apparso minore rispetto a quello delle donne, soprattutto dopo i 60 anni. Questa differenza è stata attribuita alla funzione protettiva degli ormoni femminili, gli estrogeni che contrasterebbero i danni neuronali fino alla mezza età.

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