Nel primo quadrimestre del 2017 una cooperativa su dieci ha fissato come obiettivo quello di dare vita ad aggregazioni con fusioni o alleanze strategiche o ancora aderendo a forme organizzative allargate. Tuttavia, nonostante una domanda stagnante, sul fronte dell'occupazione le imprese cooperative continuano a creare occupazione grazie ai saldi positivi non solo nella cooperazione sociale, ma anche nei servizi e nell’agroalimentare. È la fotografia scattata dalla decima indagine congiunturale realizzata dagli uffici studi di Agci, Confcooperative e Legacoop, le tre principali organizzazione cooperative che danno vita all'Alleanza delle Cooperative. Il documento fornisce le previsioni relative ai primi quattro mesi del nuovo anno e traccia anche un bilancio sull'ultimo quadrimestre del 2016.
Scorrendo l'analisi, si registrano dati sostanzialmente stabili sul fronte della domanda, mentre notizie non particolarmente positive sul fronte dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. “Per 7 cooperative su 10 – si legge – non c’è stato alcun miglioramento dei tempi di pagamento, mentre per il 13% le condizioni sono addirittura peggiorate. Nei rapporti con i clienti privati le coop che hanno visto allungarsi i tempi sfiorano il 20%”. Positive anche le stime relative all'occupazione: “il 62% delle cooperative ha mantenuto stabili i livelli occupazionali nell’ultimo quadrimestre dell’anno, il 24% ha espresso indicazioni di aumento, il 14% di contrazione”.
La prevalente stazionarietà della domanda è indicata da oltre il 50% delle cooperative come il principale ostacolo, seguito nell’ordine, con il 18%, dalla concorrenza sleale, le offerte al massimo ribasso e la cooperazione spuria; dalla scarsa liquidità, ritardati pagamenti e difficoltà di accesso al credito, 7%; eccesso di burocrazia, fisco e corruzione, 6%;inefficienze interne, costo del lavoro e difficoltà di reperire manodopera qualificata, 4%. Sul fronte delle previsioni per il futuro, “il 72% delle cooperative non prevede significative correzioni al rialzo per l’economia italiana per i prossimi mesi. In particolare, i pessimisti, 17%, superano gli ottimisti fermi all’11%”.