Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità è intervenuto oggi sulle pagine dell’inserto del Corriere della Sera nel prestigioso spazio riservato ai commenti

Nel settembre dello scorso anno il Ministro Speranza nominò Monsignor Paglia alla presidenza di una Commissione ministeriale destinata a riformare l’assistenza agli anziani. Dodici mesi dopo, la “Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità”, consegnata nelle mani del Presidente Draghi, capovolge letteralmente i modelli dell’assistenza alla vecchiaia.

Il testo introduce una soglia più avanzata di cura, che mi piace definire «premura» e che, mantenendo lo sguardo sulle necessità contingenti, si ispira o orienta rispetto all’«altrove». Lo spiego con Pessoa e i versi di “L’Altrove”: «Lì si incominciano a vedere le cose». Lì «non avremo bisogno di nulla» se non «delle nostre speranze finché saranno belle» e questo potrà accadere nella misura in cui riusciremo a farci carico di quella parte della comunità che abbiamo finora scartato. Parlo anzitutto degli anziani, componente sociale dai più percepita come un peso improduttivo e inutilizzabile.

Il documento Paglia apre una breccia attraverso cui incominciare «a vedere le cose»: ad esempio che i vecchi hanno diritti da non degradare per convenienza, che le comunità in cui vivono hanno doveri nei loro confronti e che tale combinato disposto configura un quadro di riequilibrio sociale e quindi di dignità. Oppure che la casa (e non più l’ospedale!) diventa il principale luogo di cura. O ancora che il sistema assistenziale sociale debba essere ricongiunto a quello sanitario. Oppure che strutturando un «continuum» assistenziale si potranno fornire risposte appropriate ai diversi bisogni di salute. O che i processi di accreditamento spazzeranno via la corruttela e il ribasso negli standard di qualità che avevano un po’ dappertutto piagato il settore.

La nostra speranza è tutta in questo paradigma nuovo che segna la prospettiva di un rinnovato umanesimo. E il Terzo Settore è pronto – come previsto dalla Costituzione e come scritto negli annali degli ultimi 70 anni – a fare la propria parte.

Giuseppe Maria Milanese

Presidente Confcooperative Sanità

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