Compirà venti anni il prossimo 20 marzo e quando la raggiungiamo al telefono, durante una pausa tra una lezione e l’altra di etruscologia, la sua voce trasmette all’istante tutto l’entusiasmo della sua età. “La prima lezione è stata solo un mese e mezzo fa, ma già mi piace tutto tantissimo”. Francesca Ascenzi è una delle vincitrici della borsa di studio che la Cooperativa OSA ha voluto istituire in memoria di Melissa Bassi, la studentessa rimasta uccisa a maggio 2012 nell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Rivolta a tutti i figli dei dipendenti di OSA che, a partire dalla classe 2013, si sono diplomati con il massimo dei voti, la borsa premia questa categoria di studenti particolarmente meritevoli con il rimborso delle tasse universitarie.
Proprio come Massimo Bassi, il papà di Melissa, anche il padre di Francesca è un socio lavoratore OSA, attualmente impiegato al Policlinico Umberto I di Roma. Lo scorso anno scolastico Francesca si è diplomata al Liceo Classico Dante Alighieri di Anagni, in provincia di Frosinone, con massimo dei voti e, quando papà Fabio le ha detto che la Cooperativa metteva a disposizione dei ragazzi questa opportunità, si è detta “Perché no? In questo modo avrei potuto dedicarmi interamente allo studio, senza dover pesare troppo sulle spalle di mamma e papà o cercarmi un lavoro part time”.
Francesca è iscritta al primo anno di Scienze Archeologiche alla Sapienza di Roma e, in quanto studente meritevole, aveva già diritto all’esenzione della prima rata delle tasse universitarie. Nei casi come il suo, OSA corrisponde al premiato un importo di mille euro come contributo per la sua formazione. “Così ho dovuto pagare solamente le normali tasse di immatricolazione”.
La passione di Francesca per l’antichità e gli scavi risale alla sua infanzia. “Da bambina ero una grandissima appassionata dell’antico Egitto. Quando quattro anni fa, al quinto ginnasio, partecipai con la scuola a un laboratorio di archeologia a Piombinara, vicino Colleferro, mi sono definitivamente innamorata degli scavi e ho capito che quella sarebbe stata la mia strada”. Attualmente Francesca fa vita da vera e propria pendolare, divisa tra le lezioni a Roma e la casa ad Anagni. Cinque giorni a settimana, dalla mattina alla sera. “Devo dire che l’inizio non è stato poi troppo drastico. Certo è un altro mondo rispetto al liceo, ma sto prendendo le misure e poi mi sto facendo nuovi amici”.
Determinata e concentrata sul suo lavoro, Francesca ha tuttavia ben presente che la borsa di studio che ha meritatamente ricevuto ha un valore particolare. “Il dolore di perdere un figlio dev’essere la cosa più terribile che possa capitare a una persona. Trovare la forza, di fronte a un lutto simile, di reagire e trasformare questo dramma in qualcosa che può valorizzare il lavoro e gli sforzi di giovani con gli stessi sogni e aspirazioni che avrebbe potuto avere tua figlia, è un gesto di una forza che a pensarci mi lascia senza parole. Anche per questo sono grata ad OSA per questa opportunità, che mi sforzerò di onorare al meglio”.