“Il programma di azione biennale sulla disabilità è un primo fondamentale contributo alla definizione di una strategia complessiva da parte dell’Italia sul tema coerente con la convenzione Onu e la strategia europea sulla disabilità 2010-2020”. Con queste parole il viceministro delle Politiche sociali Maria Cecilia Guerra ha definito il “Piano d’azione sulla disabilità”, che è stato illustrato ieri alla Camera dei deputati.
Sette le linee guida previste dal documento. Uno dei punti cardine è rappresentato dalla proposta direvisione del sistema di accesso di riconoscimento e certificazione della condizione di disabilità. “È uno dei punti più discussi – ha detto guida – sul quale c’è la necessità di superare la nozione di invalidità civile come formulata dalla legge 118/71, basata su percentuali di disabilità”.
La seconda linea di intervento riguarda il lavoro e l’occupazione. “Elemento essenziale per l’inclusione sociale. Nostro obiettivo – ha sottolineato il viceministro – è il miglioramento dell’approccio del collocamento mirato. La legislazione deve superare alcune difficoltà specifiche per cui gli inserimenti lavorativi sono più bassi rispetto alle potenzialità”.
Il terzo punto cardine riguarda le politiche, i servizi e i modelli organizzativi per l’inclusione nella società. Il piano sottolinea la centralità dei progetti per la vita indipendente, valorizzando l’autonomia fin dove questo è possibile.
La quarta linea di intervento concerne l’accessibilità universale, prerequisito essenziale per godere pienamente di tutti i diritti umani. In questo senso è necessario “delineare un percorso da attuare pereliminare le barriere architettoniche”. Oltre all’accessibilità universale – ha spiegato Guerra – c’è poi il tema dell’accessibilità alle tecnologie che si porta dietro anche il problema dell’approvazione del nuovo nomenclatore degli ausili.
L'inclusione scolastica è il quinto punto d’intervento fondamentale. “L’Italia – ha riferito il viceministro – in questo rappresenta un’eccellenza” però è necessario lavorare per confermare questo risultato. Importante è in questo senso la collaborazione tra i ministeri, quello del lavoro e delle politiche sociali e quello dell’Università.
La salute e diritto alla vita sono gli ultimi due cardini del piano d’azione. Su questo punto il documento prevede distinte linee d’intervento che vanno dal sostegno alla maternità e all’infanzia, alle politiche in materia di salute per le persone con disabilità e adozione di misure atte a garantire la partecipazione dei diversamente abili a servizi di riabilitazione.