I ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research di Melbourne, in Australia, hanno messo a punto una nuova molecola in grado di bloccare l'infiammazione alla base della sclerosi multipla arrestandone la progressione fino al 50%.
La scoperta, pubblicata sulla rivista 'Nature Communications', offre risultati promettenti nel prevenire il peggioramento della patologia neurodegenerativa che aggredisce il sistema nervoso centrale portando a una progressiva disabilità motoria e sensitiva. Nel mondo si contano circa 3milioni di persone colpite dalla malattia, 600mila in Europa e oltre 70mila in Italia con 2.000 nuovi casi l'anno.
“Le malattie infiammatorie come la sclerosi multipla – spiega uno degli scienziati, Ueli Nachbur -vengono innescate da un sistema immunitario più attivo rispetto al normale. L'infiammazione si verifica quando le cellule immunitarie rilasciano ormoni chiamati citochine, che sono una risposta normale alla malattia. Tuttavia – prosegue – quando l'organismo ne produce un numero eccessivo, l'infiammazione può andare fuori controllo e danneggiare il nostro corpo”.
Proprio per frenare questa risposta immunitaria, i ricercatori hanno sviluppato ‘Wehi-345’, una piccola molecola che si lega e inibisce una proteina chiave della segnalazione immunitaria denominata Ripk2. In questo modo viene impedito il rilascio di citochine infiammatorie. “Abbiamo trattato modelli preclinici con Wehi-345 dopo la comparsa dei primi sintomi della sclerosi multipla – aggiunge Andrew Lew, un altro autore dello studio – la molecola potrebbe impedire l'ulteriore progressione della malattia nella metà dei casi. Questi risultati sono estremamente importanti, in quanto attualmente non esistono buoni trattamenti preventivi per la sclerosi multipla”.