Una spettacolare cerimonia di chiusura ha posto fine alle Paralimpiadi invernali di Sochi 2014, in Russia, una manifestazione che, come dichiarato dal presidente del Comitato Paralimpico Internazionale Philip Craven, è stata ungrande successo dal punto di vistasportivo e umano. A testimonianza della riuscita di questa edizione dei giochi, Craven ricorda i 316.200 biglietti venduti, un incremento di oltre 85 mila unità rispetto alla già soddisfacente edizione di Vancouver 2010. “Segno – secondo Craven – della crescita della popolarità del movimento sportivo paralimpico”.
Oltre ai numeri, le undicesime Paralimpiadi invernali hanno mostrato al mondo, una volta di più, l’eccezionale potenza dello sport, attraverso le storie di atleti che sono la dimostrazione vivente di come l’impegno, la forza e la voglia di vivererendano qualsiasi cosa possibile. Un concetto espresso visivamente anche durante lo show di chiusura, quando, in un gigantesco Tetris, la parola “Impossible” è stata trasformata in “I’m possible” (letteralmente “Io sono possibile”), proprio come fa ogni paratleta quando rende reale quello che in partenza sembrerebbe irrealizzabile.
Il successo complessivo dei Giochi fa finire in secondo piano il risultato sportivo, deludente, della compagine azzurra. Dopo i sette podi di Vancouver 2010, con l’oro conseguito proprio all’ultima giornata, l’Italia torna infatti a casa a mani vuote. Un bilancio che dal punto di vista strettamente sportivo non può lasciare soddisfatti ma che, secondo il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, deve essere il punto di partenza per rifondare il movimento italiano. L'obiettivo è arrivare preparati a Pyeongchang 2018 e ripetere anche in Corea del Sud i risultati raggiunti in Canada nel 2010 e nel Regno Unito nel 2012.