La telemedicina nell'integrazione fra ospedale e territorio potrebbe valere un risparmio di circa 1,4 miliardi l'anno. A stabilirlo è uno studio dell'Osservatorio Nectis presentato a Roma al Forum della S@nità digitale che si è conclusa lo scorso 12 settembre. Secondo la ricerca, inoltre, 2,5 miliardi potrebbero essere risparmiati anche dotando gli ospedali di strumenti a supporto delle decisioni terapeutiche, basati sull'Evidence based medicine (Ebm). Altro capitolo sul quale intervenire per ridurre i costi sono i Centri unici di prenotazione, i Cup, che dovrebbero trasformarsi in strutture più efficienti in grado di interagire con il paziente 7 giorni su 7. Stando sempre a quanto evidenziato dallo studio, questo intervento potrebbe generare, a lungo termine, un risparmio di circa 100-150 miliardi di euro l'anno.

Nonostante sia già diffusa in alcune regioni, però, la telemedicina è sconosciuta alla maggior parte delle persone. Da un'indagine statistica condotta su un campione di 4.500 intervistati, solamente 1 italiano su 3 (31%) ha dichiarato infatti di sapere bene in cosa consista e il 27% non ne ha mai sentito parlare. Però 9 persone su 10 la ritengono comunque utile per sé o per un familiare, intuiscono il potenziale risparmio dei costi, la riduzione dei tempi di spostamento e la possibilità di controllo a distanza, soprattutto di patologie cardiache e respiratorie.

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