“Siamo stati seguiti dalla fisioterapista Catia Tarquini, una persona altamente qualificata e professionale, che ha sempre anteposto il lato umano del suo lavoro. E ad oggi mia madre sta riprendendo pian piano in mano la sua serenità e la sua indipendenza grazie a questa meravigliosa persona”. Con queste parole Mariangela ha voluto ringraziare OSA e il servizio di Assistenza Domiciliare che la Cooperativa assicura nel territorio della Asl Roma 4 per le cure offerte a sua madre Maria Giuseppina.
Una storia di assistenza e cuore, che inizia in un giorno particolare: San Valentino. È il 14 febbraio, infatti, quando Mariangela riceve quella “maledetta telefonata”, come lei stessa la definisce nel testo dell’encomio indirizzato all’équipe della Centrale Operativa OSA di Cerveteri, Roma. “Tua madre è caduta sta arrivando l’ambulanza”, le dicono.
“In quel momento ero a lavoro”, racconta Mariangela “ho cercato alla meno peggio di terminare il mio turno per poter raggiungere i miei familiari in ospedale. Una volta arrivata in pronto soccorso, è arrivata anche la diagnosi: frattura petrocanterica al femore sinistro”. Alla lettura del referto da parte dei medici, Mariangela prova paura, sconforto. Il timore, comune e legittimo, di non essere in grado di affrontare tutto quello che sarebbe sopraggiunto in seguito. “Mia madre, una donna di 80 anni, è caduta dentro casa dalle scale”, aggiunge. “Operata il giorno successivo, con un intervento apparentemente riuscito bene, la cui degenza in ospedale è durata una decina di giorni, prima di essere trasferita in una clinica a Roma”.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci hanno pensato il COVID-19 e la pandemia. Maria Giuseppina rimane da sola, isolata dalla famiglia per un mese. “Sola e con un grave deficit uditivo già presente da molti anni. Sola, senza nessuno che la introducesse in questa nuova condizione di vita che le si stava presentando. Lei, una donna da sempre autosufficiente e piuttosto attiva, si è ritrovata ad affrontare l’ipotetica prospettiva di non poter più tornare a camminare”.
Il 31 marzo, finalmente, Maria Giuseppina torna a casa. Dimagrita e disorientata, quasi completamente immobilizzata. A distanza di un mese e mezzo dalla caduta, dall’intervento, dall’ospedalizzazione, arriva però la svolta. “Il nostro medico ci consigliò di presentare la domanda di assistenza domiciliare al CAD di Bracciano e, poco dopo, mia madre ha iniziato le cure fisioterapiche a domicilio con la Cooperativa OSA”.
Catia Tarquini, fisioterapista OSA del servizio domiciliare, comincia ad assistere Maria Giuseppina che piano piano inizia a tornare a sorridere, a riprendere in mano la propria vita. Mariangela la descrive come una capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di essere “persona” prima ancora che “professionista”. “Un’operatrice che ha lavorato molto anche sul deficit psicologico che può presentarsi quando una persona anziana subisce questo tipo di traumi. Siamo consapevoli che il percorso che abbiamo davanti è ancora lungo ma altrettanto speranzosi in una buona riuscita”, scrive ancora Mariangela nella parte finale della sua mail di encomio. “Semplicemente grazie”.