Il premio intitolato a Vittorio Crisponiviene assegnato ogni anno ai soci della Cooperativa Osa che si distinguono particolarmente per le proprie doti sul posto di lavoro. Qualche giorno fa abbiamo parlato con uno dei vincitori dell’edizione 2013, oggi abbiamo parlato con un’altra premiata. Si chiama Giulia Romani, è un’infermiera che, presso il Bambino Gesù, si occupa di coordinare il lavoro degli operatori Osa

. Giulia è entrata a far parte della Cooperativa nel giugno 2011, pochi mesi dopo essersi laureata in scienze infermieristiche presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università la Sapienza di Roma. “Quello in Osa – ci ha raccontato Giulia – è stato il mio primo impiego. Il mio ruolo è stato da subito quello di mantenere i rapporti tra la Cooperativa e la direzione sanitaria dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Un compito amministrativo, è vero, ma nel quale ho potuto mettere in pratica l’altruismo che mi aveva spinto a studiare per diventare infermiera”.

In un contesto delicato come quello dell’assistenza a pazienti pediatrici, è importante che ogni componente operativa sia presente e disponibile. “L’impatto con la gestione del personale e dei suoi problemi è stato inizialmente un po’ duro – ha sottolineato Giulia –. Tuttavia, grazie all’aiuto dei miei superiori e degli stessi colleghi, ho presto superato le difficoltà e tutto ha cominciato ad andare per il verso giusto, fino al riconoscimento della validità del mio lavoro arrivato con l’assegnazione del premio Crisponi. In ogni caso, parlare di colleghi e superiori è quasi improprio. La nostra gerarchia è infatti solo legata a esigenze organizzative. Essere soci ci mette tutti sullo stesso piano”.

Il lavoro con la Cooperativa è in grado di donare grandi soddisfazioni, anche attraverso il superamento di alcune difficoltà caratteriali. “La mia indole – ha aggiunto Giulia – è sempre stata un po’ introversa ma, durante questi miei primi due anni e mezzo di lavoro con Osa, ho imparato ad andare oltre anche questi‘blocchi’ psicologici. Ho cominciato, infatti, ad aprirmi alle persone, costruendo ottimi rapporti con tutti i colleghi e il personale del Bambino Gesù”.

“Durante il mio lavoro, anche se di riflesso, vengo in contatto con il dolore dei bambini ammalati e dei loro genitori – ha concluso Giulia -. A volte è difficile, ma il momento più bello della mia giornata è quando sento di essere riuscita a garantire la migliore assistenza possibile ai piccoli ospiti dell’Ospedale”.

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