L'approccio al paziente anziano è caratterizzato soprattutto dalla capacità di vedere l'insieme dei potenziali problemi, rischi e fragilità, facendo un’analisi completa dei suoi problemi.
“Faccio un esempio per essere più chiaro – spiega il Direttore Sanitario di OSA Francesco Giuffrida. Se abbiamo in cura un paziente perché ha una ferita o un'infezione è anche importante sapere se mangia sufficientemente, se a casa c'è qualcuno in grado di assisterlo e che possa fornirgli un’alimentazione e un’idratazione corretta”.
Come si fa a garantire tutto questo? “L’assistito deve essere valutato in tutti i suoi aspetti. Per questo si applica la valutazione multidimensionale geriatrica (VMD), un mondo a cui OSA è sempre stato vicino anche se è di competenza dei Distretti Sanitari. In alcuni casi, come a Latina – prosegue Giuffrida – noi somministriamo lo strumento di valutazione multidimensionale cioè i questionari. Sulla base di questa somministrazione l'ASL, dopo aver fatto ulteriori approfondimenti, stila il piano assistenziale individuale che poi noi mettiamo in atto. Abbiamo già una certa confidenza con questo strumento, alcuni di noi hanno fatto dei corsi di formazione. In alcune occasioni abbiamo collaborato con l'Università per fare ricerca nel campo della valutazione multidimensionale”.
Qual è la novità rispetto al passato? “OSA inizia in questi giorni (ndr febbraio 2016) – ci racconta con orgoglio Giuffrida – a formalizzare un percorso di valutazione multidimensionale così che diventi una prassi per i nostri operatori e ci permetta di affrontare l'invecchiamento della popolazione in maniera sempre più rispondente. Questo ci consentirà di migliorare quello che abbiamo già fatto a Latina e di implementare le nostre competenze e attività presso altre ASL e diventare un punto di riferimento per i nostri committenti anche in questa realtà. Dato che ‘forniamo’ assistenza e dato che l'emergenza della patologia cronico-degenerativa riorienta in modo deciso l'asse dell'assistenza sanitaria verso il territorio sia in termini di prevenzione che di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali rivolti a specifici gruppi di pazienti cronici come dice l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in un documento del 2009, tutti questi fenomeni portano il fabbisogno sempre più verso il nostro lavoro”.
Il vantaggio è che la Cooperativa non solo avrà l’opportunità di vedere e curare l'anziano ma anche di descriverlo e di misurare i suoi problemi, confrontandoli con quelli di altri pazienti.
“Questa ulteriore attività permetterà ad OSA di poter tarare le azioni in maniera più precisa sul singolo caso. Significherà superare la standardizzazione degli interventi come macro categoria garantendo un'assistenza sempre più personalizzata e interventi che rispettino, allo stesso tempo, le linee guida delle evidenze scientifiche.
In maniera informale è quello che già facciamo, ad esempio adeguando alla famiglia i nostri interventi, supportandola nei suoi bisogni”.
Un campo che secondo OSA ha un grande potenziale in quanto il personale del Sistema Sanitario Nazionale non è mai sufficiente a soddisfare le richieste, soprattutto a domicilio, di chi necessita di cure. La Cooperativa dunque si è proposta alle ASL come ente per somministrare strumenti di Valutazione Multidimensionale a casa del paziente, lasciando che l’interpretazione dei valori rilevati a domicilio e la compilazione del piano assistenziale (PAI) rimangano sempre di competenza dell'Asl. Per prassi poi l’attuazione del PAI sarà sempre affidata alla Cooperativa”.
Scarica la versione integrale dell’articolo pubblicato sul numero 1/2016 di OSA News