Profuma questa mattina l’aria intirizzita di Frosinone, ha l’odore buono della gioventù. Lo portano addosso i quasi 500 tra bambini e ragazzi degli ultimi due anni delle elementari e dei tre anni delle medie del primo Istituto Comprensivo del capoluogo, un intero formicaio in transumanza verso la sala grande del vecchio Cinema Teatro Nestor. Alla guida di questo esercito di bellezza, insegnanti pazienti e genitori e nonni volenterosi, mossi dall’invito che OSA, attraverso l’iniziativa “CINEMA oltre il BULLISMO” e per mano dell’assistente sociale della Cooperativa e coordinatrice del progetto, Paola Di Dario, giovane ma longevo pezzo di storia del sodalizio, ha spiccato.

 

Già dai primi battiti del mattino si capisce che questa joint venture ha funzionato: che il coordinamento tra l’iniziativa di OSA, la disponibilità della scuola, la presenza proattiva della settima arte è virtuoso. Non sono neppure le 10 e in prima fila siedono i due attori protagonisti della pellicolaBene ma non benissimo, il veterano Rosario Terranova, siciliano di Palermo, sapido come un aroma a caso della sua terra, e la quindicenne sua conterranea Francesca Giordano, necessariamente accompagnata dai genitori. Sono venuti non per la passerella, ma per impegno civile. Mentre platea e galleria si riempiono alla spicciolata, sorridono protagonisti e coprotagonisti di questa iniziativa di sensibilizzazione e legalità, ma anche di premura per le generazioni più fresche. Se ogni sorriso è un tassello, il mosaico che ne viene fuori è un quadro di grazia. Gli studenti, strano a dirsi, assistono alla proiezione con una disciplina che, data l’età, non era prevedibile. Applaudono per partecipare alle fasi più emozionanti, e ridono anche, quando c’è da ridere, perché uno dei tratti salienti dell’approccio del film è la levità. Fino all’ovazione finale, segno di una commozione inusitata.

 

Non era facile maneggiare con leggerezza, senza tuttavia perdere di efficacia, un argomento faticoso, tagliente, attuale nella misura in cui è venefico, quale quello del bullismo. Ma la resa di questo film è straordinaria, perché tra le pieghe di una storia apparentemente didascalica si nasconde la potenza del messaggio di una favola bella. Ci sono bulli o potenziali bulli tra le poltrone del Nestor? Difficile immaginarlo, i visi sono quelli, puliti, della giovinezza che è appena sbocciata. Ma magari ci sono potenziali bullizzati, anzi certamente: vi accenna, anch’ella con sobrietà, la docente Luciana Protani, referente del Progetto Legalità dell’Istituto. Introducendo l’incontro, pronuncia, quasi in un soffio: “Dopo i fatti accaduti prima di Natale”, ed è anche l’occasione per ringraziare il Commissario di Polizia e i suoi uomini, “che sono stati molto vicini al nostro Istituto”.

 

“La conoscenza è fondamentale”, spiega un po’ emozionato il dirigente scolastico Lorenzo de Simone mentre ringrazia la Cooperativa OSA, e parla della necessità di capire un fenomeno che non è alieno da alcuna comunità giovanile, ma anche dell’importanza di comunicare, orizzontalmente tra coetanei e verticalmente con genitori e insegnanti. È, in definitiva, questo il senso alto della prevenzione.

 

Il Commissario Fabrizio Marandola, gran bella faccia di chi vigila con la sensibilità di un uomo di Stato, invita a parlare del problema anche con le istituzioni: “tenerlo nascosto porta problemi più gravi”, e promette di raccogliere inviti e spunti dai ragazzi per migliorare gli strumenti esistenti. Non mancano i rappresentanti della sezione apposita – reati contro la persona e in particolare contro le fasce deboli – della Questura, e non hanno la faccia “da sbirri”: oggi sono padri o zii, venuti a testimoniare vicinanza e sostegno a tutela delle vulnerabilità. Simona Campagna, psicologa dell’Ufficio del Garante, incoraggia a preservare i diritti dell’età augurandosi di lavorare sempre più spesso con gli studenti.

 

Il responsabile della divisione sociale OSA Marcello Carbonaro chiama la platea all’applauso “in nome della legalità”, e si congratula per l’afflato comune delle istituzioni raccolte intorno al fenomeno del bullismo: “Oggi è l’evento zero, OSA intende farsi promotore di una serie di progetti importanti come l’apertura dello Spazio Ascolto, che si occupa di tutelare le donne vittime di violenza”.

 

I cento minuti del film scorrono facili. Accese le luci in sala e dopo il giusto tributo agli attori, le conclusioni sono affidate alla protagonista Francesca, che restituisce il più formidabile dei messaggi: “Per piacere, ve lo dico da sorella o amica, se dovesse accadere, schieratevi dalla parte delle vittime, isolate i bulli, che sono i veri perdenti”. Poi, come si conviene in queste occasioni, un dibattito scatenato dalla passione di questi giovanissimi, che incalzano gli attori con ogni sorta di domanda. Per la divisione sociale di OSA un’altra tappa felice consumata sul percorso della solidarietà.

 

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