È nata in Polonia ma si è sempre sentita cittadina del mondo. È proprio seguendo questo impulso che Kinga Szkop comincia a viaggiare, per conoscere nuovi Paesi e nuove realtàGià agli inizi degli anni ’90, a 19 anni, Kinga si stabilisce in Inghilterra, a Londra dove conosce Alessandro, l’uomo che diventerà suo marito e che la porterà a stabilirsi a Roma. L’arrivo in Italia risale al 1995 e nello stesso anno Kinga si iscrive alla facoltà di lingue dell’Università La Sapienza di Roma.

“Ho affrontato gli studi con entusiasmo – ha raccontato Kinga a Osa News – ma, come spesso capita, ho finito per fare un lavoro del tutto diverso rispetto a quello per cui mi sono preparata. Ma questo è stato tutt’altro che un male, alla luce dei fatti. Per mantenermi durante gli studi ho fatto prima la traduttrice e poi ho sperimentatto diverse occupazioni. Nel 2000, infine, ho sostenuto un colloquio presso la Cooperativa Osacome impiegata amministrativa e sono stata subito assunta, diventando socia lavoratrice. Il personale della Cooperativa mi ha accolta fin da subito, mettendomi a mio agio e consentendomi di imparare senza stress”.

Il suo lavoro nella Cooperativa comincia dalla gavetta, rispondendo al centralino del servizio di assistenza domiciliare alle persone colpite dal virus dell’Hiv. “Il mio primo compito – ha raccontato Kinga – è stato quello di smistare le comunicazioni provenienti da tutto il Lazio. Un ruolo che mi ha permesso di capire dall’interno il meccanismo che si trova dietro le quinte di un servizio così delicato”.

L’esperienza, in qualsiasi settore, si costruisce dal basso, ma imparando si cresce, umanamente e professionalmente. “Col tempo – ha raccontato ancora Kinga ho ricevuto incarichi progressivamente più importanti, fino ad arrivare al ruolo di capocommessa, coordinando il lavoro “sul campo” dei quattro medici e dei sei infermieri che garantiscono il funzionamento dell’area sanitaria dell’assistenza fornita dalla Cooperativa. Durante le mie giornate ho frequenti contatti anche con gli assistiti. Non essendo direttamente impiegata nell’erogazione del servizio, non li ho mai incontrati personalmente. Di molti di loro però, specialmente di quelli che vengono seguiti da tanti anni, conosco ormai tutta la loro storia e i loroproblemi”.

Un’esperienza professionale e umana che dura ormai da 13 anni. “Durante questa fase della mia vita – ha concluso Kinga – ho imparato ad apprezzare ancora di più le qualità degli italiani e dei miei colleghi di tutte le nazionalità. Con mio marito Alessandro alcune volte ci siamo confrontati sulla possibilità di trasferire la nostra famiglia in un’altra nazione, magari di rientrare tutti insieme in Polonia, ma ormai ho deciso che l’Italia mi piace troppo e non voglio lasciarla più”.

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