Infermieri e piattaforme social, un canale importante di dialogo con gli assistiti che, se non sfruttata rispettando i doveri della professione, potrebbe presentare alcune zone d’ombra. Secondo l’Ipasvi, l’organo che costituisce il registro degli infermieri italiani, l’uso dei social media “offre un'opportunità di comunicazione diretta con il cittadino, senza precedenti. Da questo fenomeno il mondo della sanità non può esimersi e ciò rappresenta una sfida per tutti i professionisti della salute”.

Un’indagine condotta dal Forum per la ricerca biomedica del Censis ha evidenziato che circa il 75 per cento degli italiani, quando incappa in un problema di salute, cerca di capire cosa stia succedendo al proprio corpo effettuando ricerche in Rete. Si tratta di un dato in forte crescita, dal momento che, secondo l’Istat, solo cinque anni fa solo una persona su tre si rivolgeva a Internet per reperire questo tipo di informazioni.

Si parla di una massa di persone che ha bisogno di essere guidata durante la navigazione su Internet. “Non usare i social media anche in ambito sanitario – ha fatto sapere l’Ipasvi attraverso un documento ufficiale sull’argomento – significherebbe rimanere un passo indietro rispetto alla realtà attuale e perdere i vantaggiofferti da questi nuovi mezzi di comunicazione. Le potenzialità di comunicazione dei social media sono molto elevate e, di conseguenza, richiedono una maggiore responsabilità nel loro utilizzo. Per sfruttare al meglio i social media, occorre conoscerli bene ed essere consapevoli dei possibili rischi di un loro uso improprio”.
I rischi in cui si può incappare durante l’interazione digitale con gli assistiti si possono concretizzare nel superamento dei confini professionali. “I contatti online  – si legge in un altro passo del documento – sfumano questi limiti: la relazione terapeutica che si instaura tra infermiere e assistito differisce in modo sia formale, sia sostanziale dalla relazione sociale. Per mantenerla entro i confini professionali, anche online, è bene valutare l’opportunità di ‘accettare l’amicizia’ degli assistiti sui social media o ‘favorire l’accesso degli assistiti’ su siti personali o sociali. Una corretta relazione va mantenuta anche con i familiari e le altre persone coinvolte dall’assistito”.

Il personale infermieristico, in questo nuovo contesto, deve fare attenzione a non tradire la fiducia degli assistiti, per esempio pubblicando su FacebookTwitter o su forum di settore fotografie o informazioni sensibili ottenute durante il lavoro di assistenza. “Il documento – ha dichiarato Annalisa Silvestro presidente dell’Ipasvi – vuole essere un manifesto comportamentale che è già applicato e continuerà a essere applicato alle pagine della Federazione. Forte è l'auspicio che i colleghi ne tengano conto, contribuendo così a qualificarel’immagine della professione anche attraverso questa nuova modalità di comunicazione”.

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