bambini con disabilità sono tra le persone più emarginate del pianeta. È una foto drammatica quella diffusa dall’Unicef, che in questi giorni ha pubblicato il suo ultimo rapporto “La condizione dell'infanzia nel mondo 2013 – Bambini e disabilità”. 

Sono 93 milioni i bambini disabili in tutto il pianeta. Uno su 20 di tutti quelli al di sotto dei 14 anni. Ma che si parli di Paesi in via di sviluppo o nazioni a basso e medio reddito, i più giovani sono sempre i più isolati dalla società. “Se i bambini che vivono in condizioni di povertà hanno minori probabilità di frequentare la scuola o accedere ai centri sanitari, quelli con disabilità ne hanno ancora meno – ha sottolineato nel suo report l'organizzazione Onu per l'infanzia -. Anche il genere è un fattore chiave di discriminazione, le bambine hanno minori possibilità dei maschi di ricevere cibo o cure”.

L’isolamento si può combatter. Le armi sono principalmente due: istruzione integrazione sociale. Secondo quanto affermato dal direttore generale dell’Unicef Anthony Lake, infatti, i bambini disabili devono essere ‘contati’ nella società anche e soprattutto a scuola, per consentire loro di offrire un contributo importante da adulti. 

E in Italia? Gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione parlano chiaro: gli studenti con disabilità erano nel 2011-2012 più di 215 mila, in aumento di oltre tre punti percentuali rispetto al biennio precedente. Nonostante il lieve aumento degli ultimi anni, tuttavia, il numero di insegnanti di sostegno resta ancora insufficiente a garantire una copertura adeguata.

“Con i tagli degli ultimi anni, non è più possibile rispettare il rapporto orario di sostegno nelle scuole – ha spiegato a Osa News Caterina Fabrizi, responsabile del Centro Sociale Integrato di Frosinone della Cooperativa Osa -. Oggi l’insegnante di sostegno deve seguire nelle stesse ore anche 3 o 4 bambini con problematiche molto diverse,  ed è molto difficile portare a termine obiettivi anche minimi, sia a livello sociale che curriculare”.

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