Un servizio creato su misura, per assistere le persone a domicilio. Il concetto alla base di Mai Soli è chiaro: garantire la continuità del servizio di assistenza domiciliare una volta concluso il percorso del Piano assistenziale autorizzato dalla Asl.  Le parole chiave del progetto, che si occupa dell’utente a 360 gradi, sono “personalizzazione” e “accuratezza”. L’obiettivo viene raggiunto grazie ad una gamma di opzioni che spazia dalle visite mediche specialistiche all’assistenza infermieristica, a quella di base e fisioterapica, passando per podologia, diagnostica a domicilio e trasporto disabili

Come funziona? Si tratta, sostanzialmente, di una presa in carico completa della persone che prende vita a partire dalla prima comunicazione di intervento. Il meccanismo è semplice. Dopo la segnalazione, che avviene tramite un apposito numero verde, la centrale operativa procede ad una prima analisi telefonica dei bisogni dell’utente, avviando immediatamente la stesura di un ‘pacchetto’ di intervento che può coinvolgere diversi attori. 
A seconda delle esigenze e delle prescrizioni mediche, infatti, può essere inviato a domicilio del richiedente un medico specialista, che effettua una prima valutazione, oppure (se dalla prima comunicazione non siano emerse criticità di tipo medico), è il care manager che pianifica, in base alle esigenze dell’utente e dei suoi familiari, l’intervento infermieristico, fisioterapico o di base. 
È in questo momento che prende forma il Pai (Piano assistenziale individuale). Si tratta, in sostanza, di un “pacchetto di interventi su misura”. Il Piano mira a fornire interventi ad hoc, studiati dall’equipe multidisciplinare, che dopo un’analisi delle esigenze socio sanitarie dell’assistito e della sua famiglia, attiva la strategia migliore per coprire tutte le necessità dei singoli casi.Dopo una fase di assestamento, Mai Soli sta vivendo un nuovo momento di slancio. Il servizio è attivo al momento sul territorio di Roma, Crema, Cremona e Foggia, ma è già in cantiere un’estensione a tutte le zone d’Italia in cui OSA è operativa. 
Ampliamento ma non solo. Uno dei progetti più significativi e ambiziosi, in questo senso, è la presa in carico precoce dei pazienti. Si tratta, sostanzialmente, di applicare il concetto che sta alla base di Mai Soli anche alle persone già ricoverate. “Contiamo di pianificare il rientro a casa del paziente, inviando a domicilio un terapista occupazionale per la valutazione preventiva di eventuali barriere architettoniche – ha spiegato a Osa NewsAndrea Trappolini, responsabile del servizio privato in OSA -. Puntiamo anche ad istruire i familiari, che rappresenteranno la prima linea di assistenza per l’utente a casa e che potranno, in ogni caso, fare riferimento al Mai Soli per qualsiasi esigenza legata alla degenza”.
Un progetto ambizioso, ma dal potenziale notevole. Secondo i dati 2010 del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (Siveas), pubblicati di recente, circa il 16 per cento dei ricoveri sono “potenzialmente inappropriati” dal punto di vista clinico. Situazione ancora più grave a livello organizzativo, dove il dato relativo alle giornate di degenza inappropriate sale al 27 per cento, in particolare a causa della carenza di soluzioni di cura alternative all’ospedale.
Con cifre simili, un sistema costruito per agevolare il turnover ospedaliero riveste un ruolo sociale non indifferente. “Possiamo aiutare la sanità a liberare posti letto, facendo accedere alle strutture di riabilitazione e ricovero persone che al momento sono in lista di attesa – ha sottolineato Trappolini -. Con la presa in carico precoce puntiamo a liberare il circuito, snellire i tempi di ricovero e, di riflesso, abbattere i costi per il Sistema Sanitario Nazionale, diminuendo il disagio per chi  aspetta il ricovero”.

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