CONFERENZA STATI GENERALI DELLA RICERCA SANITARIA. Al via da oggi, fino a domani 28 aprile 2016, la Conferenza degli Stati Generali della Ricerca Sanitaria a Roma presso l'Auditorium del Massimo (Via Massimiliano Massimo, 1 – Zona EUR).

 

Come si legge sul sito del Ministero della Salute l’obiettivo dell’evento è quello di mettere in risalto la realtà del mondo della ricerca sanitaria, dibattendo degli attuali limiti e criticità, ma anche evidenziando le potenzialità di un settore che, oltre ad un grande valore etico e sociale, costituisce, per tutto l’indotto e per le diverse realtà che interconnette, una significativa opportunità di crescita.

 

Ecco alcuni degli interrogativi che verranno affrontati durante gli Stati Generali della ricerca sanitaria. Qual è la situazione della ricerca scientifica oggi nel nostro Paese? Quali sono i settori di eccellenza e come affrontano i giovani le sfide di questa professione? Quali iniziative vanno intraprese per favorire la mobilità dei ricercatori da e verso il nostro Paese? Come consolidare la cooperazione tra mondo accademico e aziende private in termini di innovazione e sviluppo? Qual è lo stato degli investimenti per la ricerca in un settore cruciale per il nostro Paese, quello agroalimentare? Come l’Italia si sta preparando ad affrontare le sfide nei settori della prevenzione e della terapia molecolare e genica?

 

 

RAPPORTO OSSERVASALUTE 2015. Ieri è stato presentato il XIII Rapporto Osserva Salute 2015 sul benessere e sulla qualità dell'assistenza medica nelle diverse Regioni. I dati rivelano un paese sempre più vecchio, oltre un italiano su 5 ha più di 65 anni, con anziani e grandi vecchi in crescita, e un boom di ultracentenari, triplicati dai 5.650 casi del 2002 ai 19.000 del 2015. L’Italia, inoltre, è in coda negli investimenti per prevenire le malattie e soprattutto risulta in crescita il divario fra il nord e il sud nella speranza di vita.

Aspettativa di vita. Nel 2015 la speranza di vita alla nascita era di 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 per le donne (dati Istat più recenti). Nel 2014 però era più alta: 80,3 per gli uomini e 85 per le donne. Diminuzione non rilevante, certo, ma è un’inversione di tendenza, ed è la prima volta. Oltre a questo dato, che non fa ben sperare, c’è poi la questione delle campagne di prevenzione e degli screening, che non si riescono a fare per mancanza di soldi e che alla salute della popolazione sono ovviamente correlati. L’Italia destina alla prevenzione il 4,1 per cento della spesa sanitaria totale, percentuale che piazza il nostro paese tra gli ultimi posti d’Europa. E anche i Lea, i livelli essenziali di assistenza, con le prestazioni che dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini, non sono applicabili dovunque, a maggior ragione nelle regioni ancora alle prese con i piani di rientro dal deficit.

I dati. Nel 2014, l’Italia ha speso 1.817 euro a testa, in linea con l’anno prima. Il fatto che non continui a scendere è positivo, anche perché questo valore ci piazza già tra i Paesi che spendono meno, quelli dell’Europa dell’Est: il Canada ha infatti speso il 100 per cento in più, la Germania il 68 e la Finlandia il 35.

Le Regioni. La spesa pro capite più alta è in Molise (2.226 euro), la più bassa in Campania (1.689). Diminuisce anche il disavanzo sanitario nazionale, passando da 1,744 miliardo di euro del 2013 agli 864 milioni del 2014.

(fonte repubblica.it)
 

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