La Cooperativa insieme a 5 prestigiosi IRCSS ha collaborato allo studio presentato ad Arezzo nel Forum Risk Management
La Cooperativa OSA è tra i partecipanti del progetto Covidiagnostix, studio finanziato dal Ministero della Salute che riunisce anche 5 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di livello nazionale – l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, il Policlinico San Matteo di Pavia, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il San Raffaele di Milano e l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo – con il duplice obiettivo di valutare, in un’ottica di Health Technology Assessment (HTA) le diverse tecnologie di esame del sangue per la ricerca di anticorpi al Covid e di comparare due strategie vaccinali relative alla terza dose. Il progetto è stato presentato oggi ad Arezzo nell’ambito del Forum Risk Management, da 15 anni uno degli eventi di riferimento in ambito sanitario. Per la Cooperativa ha partecipato, da remoto, il direttore sanitario Francesco Giuffrida che ha illustrato il contributo di OSA agli obiettivi dello studio. In particolare, OSA si occupata della raccolta di sangue prelevato dal proprio personale dipendente in diverse sedi. I campioni di siero sono stati consegnati al laboratorio di Microbiologia del Bambino Gesù ed hanno contribuito al percorso di valutazione HTA.
Sempre in seno allo studio Covidiagnostix, la Cooperativa ha presentato uno studio spontaneo, approvato dal competente Comitato Etico Lazio 1, che aveva l’obiettivo di valutare la corrispondenza tra i risultati ottenuti con il prelievo di sangue capillare ed il prelievo, contestualmente eseguito a domicilio, di sangue intero, relativamente alla presenza di anticorpi SARS – CoV2. Il campione finale di 100 pazienti è stato selezionato tra le persone seguite dal servizio di Assistenza Domiciliare, in base alla loro disponibilità a partecipare. Per arrivare alla quota oggetto dello studio sono stati interpellati 500 tra assistiti e familiari per un totale di circa 1000 contatti telefonici (dati in fase di elaborazione). La Cooperativa ha organizzato l’attività domiciliare in concerto con il laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesù, che ha fornito il materiale, eseguendo a casa dei pazienti il test rapido e il prelievo sanguigno.
Lo studio ha riguardato il campionamento di 97 soggetti di età compresa tra i 90 e 99 anni di età, 68% dei quali donne, dopo il completamento dell’intero ciclo vaccinale. Per ognuno dei soggetti coinvolti è stata valutata, attraverso test sierologici, la presenza di anticorpi anti-N e anti-S. Dai dati raccolti è emerso che i pazienti ultranovantenni sviluppano una risposta anticorpale positiva in seguito alla vaccinazione e che i test rapidi non sono strumenti validi nella rilevazione della risposta del paziente al vaccino, ma risultano efficaci nel riconoscere chi ha avuto l’infezione.