Buone notizie dal bilancio 2012. Nonostante la crisi, infatti, la Cooperativa Osa – Operatori sanitari associati nata nel 1985 – ha fatto registrare un aumento degli occupati con oltre 2000 soci lavoratori quasi tutti impegnati direttamente nel settore assistenziale. Un gruppo composto dal 67 per cento di donne che in un terzo dei casi non ha ancora compiuto 30 anni e che è stato in grado di assistere 28 mila persone nel solo 2012. Un totale di 1.256.672 accessi, in crescita del sette per cento rispetto all’anno precedente. Questi i dati diffusi nel corso dell’assemblea annuale che si è svolta oggi pomeriggio a Roma.
“Un simile risultato – recita il comunicato stampa diffuso oggi – si è potuto raggiungere garantendo stabilità contrattuale, di prospettive ai lavoratori e alle loro famiglie, e conferma la crescente domanda di servizi socio-sanitari nel nostro paese. L’assistenza agli anziani, lo sviluppo di un modello integrato con tutti gli attori del sistema sanitario territoriale sono i settori dove maggiore è la domanda e maggiori le possibilità di sviluppo in termini anche occupazionali. Se si desse agli anziani un’assistenza simile a quella dei paesi europei più avanzati e il sistema fosse ancor meglio integrato con il Servizio sanitario nazionale, si creerebbero rapidamente 193 mila posti di lavoro”.
Il modello di assistenza che mette al centro il rapporto fra cittadino e operatore sembra quindi in grado di funzionare al meglio. “Negli ultimi 15 anni – si legge ancora nel testo – Osa è riuscita a distribuire i risultati gestionali tra i soci. Pesa come un macigno il problema degli interessi bancari che vale per il 2012 circa 3 milioni di euro. Sono soldi tolti all’assistenza e ai lavoratori. Se la Pubblica Amministrazione pagasse nei tempi stabiliti le risorse a disposizione dei nostri servizi sarebbero sicuramente maggiori”.
La Cooperativa non intende comunque adagiarsi sugli allori. “Siamo impegnati – ha spiegato il presidente OsaGiuseppe Milanese – nella progettazione di nuovi modelli assistenziali per essere pronti ai cambiamenti del Sistema sanitario. L’assistenza primaria avrà infatti un ruolo centrale basato sulla reale integrazione fra cooperative socio-sanitarie, cooperative di medici di famiglia e cooperative di farmacisti. A questo scopo stiamo realizzando, nelle regioni dove siamo attivi, nuovi consorzi che operino in sinergia con le differenti risorse locali. Alle istituzioni però chiediamo un interlocuzione certa e la garanzia di processi di accreditamento”.