Si chiama “Salute dell'osso” ed è la nuova app che consente di conoscere se la nostra esposizione ai raggi solari è sufficiente a garantire abbastanza vitamina D. A metterla a punto un team di esperti di alcune società scientifiche fra le quali la Società italiana dell'osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro, la Società italiana di medicina generale e la Società italiana di ortopedia e traumatologia. L’iniziativa si inserisce all’interno della Settimana della Salute dell’Osso, che fino al prossimo 10 ottobre vede impegnate più di 2.500 farmacie in tutta Italia con la distribuzione di brochure sullo scheletro dedicate alla prevenzione per bambini, donne ed anziani.

 

L'app, disponibile per iOs e Android, è scaricabile gratuitamente dal www.salutedelleossa.it, iTunes e Google Play e offre anche l'accesso ad alcuni approfondimenti video realizzati dal board scientifico.

 

Quasi il 90% della vitamina D presente nel nostro organismo viene sintetizzata nella pelle per mezzo dell'azione svolta dai raggi solari, così il calcio si fissa nelle ossa aumentandone la resistenza. Purtroppo però, il 70% della popolazione presenta livelli di vitamina D nel sangue molto al di sotto della soglia necessaria a garantire il benessere delle ossa. Oltretutto, l'apporto di vitamina D tramite gli alimenti non è sempre facile: un cucchiaio del vecchio caro olio di fegato di merluzzo sarebbe sufficiente al fabbisogno giornaliero di un anziano, ma il suo sapore è insopportabile al palato. “Basterebbe mettere nel piatto 150 grammi al giorno di salmone o sgombro – spiega Giancarlo Isaia, presidente Siomms -. Mentre nei latticini e nelle uova la quantità di vitamina D è talmente limitata che bisognerebbe mangiarne troppi”.

 

L'esperto consiglia quindi di esporre viso, braccia e gambe al sole per 15-30 minuti un paio di volte alla settimana durante le ore più calde, fra le 10 e le 15. Attenzione però all'effetto dannoso dei raggi ultravioletti a certe latitudini e sulle carnagioni chiare. Cautela anche con gli integratori, guai infatti al fai da te. L'assunzione di questi rimedi è consigliata solo in presenza di una comprovata carenza di vitamina D, nei neonati, negli over 65 e, in alcuni casi, nelle donne in gravidanza, durante la menopausa in presenza di osteoporosi.

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