Ospite di Coffee Break su La7, il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità ha rilanciato la necessità di investire sul personale sociosanitario per centrare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
“Qualsiasi riforma passa dalle persone. Gli obiettivi del PNRR ci sembrano corretti, perché finalmente portano la sanità fino alle case delle persone, ma bisogna capire come questo può avvenire. È evidente a tutti che c’è un problema relativo al personale. Se vogliamo prenderci cura a domicilio di 800mila anziani in più all’anno, con un numero di ore congruo, abbiamo bisogno di ulteriori 111mila assistenti e quindi è necessaria una grande campagna di formazione specifica”. È il monito lanciato questa mattina da Giuseppe Milanese, presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, a Coffee Break su La7.
Intervistato da Andrea Pancani, Milanese ha ricordato come “l’assistenza domiciliare è un mestiere particolare che richiede un approccio non solo formativo ma anche vocazionale, per questo l’operatore deve essere formato per supportare, ad esempio, la famiglia di un paziente terminale”. In un Paese con un numero elevato di giovani inoccupati, investire nella formazione del personale socio-sanitario rappresenterebbe anche una straordinaria occasione per il futuro di tanti ragazzi. “Questa è una grandissima opportunità per dare lavoro e per dare dignità al lavoro. Con le nostre cooperative testimoniamo quanto i giovani amino assistere le persone anziane a domicilio, che finalmente vengono rimesse al centro della società. Abbiamo una quantità infinita di esempi che ci dicono come questo rapporto non sia solo virtuoso in termini assistenziali ma ridia vita e dignità agli anziani”.