Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità ha partecipato come relatore alla prima giornata di lavori del prestigioso appuntamento organizzato a Venezia e intitolato “Obiettivo di prossimità, strategie co-operative per la ripartenza”

Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità. Giuseppe Milanese, ha partecipato questo pomeriggio alla giornata inaugurale del Convegno Studi 2021 organizzato dalla Federazione Lombarda BCC a Venezia e intitolato “Obiettivo di prossimità, strategie co-operative per la ripartenza”. Nella tavola rotonda “La stagione del Covid in Italia ed in Lombardia: la centralità del Sistema Sanitario come Bene Pubblico” il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, preceduto dall’intervento da remoto dell’assessore al welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, si è confrontato insieme ad autorevoli relatori quali Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli – IRCCS, Agostino Miozzo, già Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico sulle risposte che il SSN ha dato in tempo di pandemia.

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“Abbiamo sentito più volte dire che il virus ci ha preso di sorpresa. Non è vero, già nel ’78 quando il nostro sistema divenne universale, l’Oms ci aveva messo in guardia sulla sfida della cronicità e sulle risorse da mettere in campo sull’assistenza primaria. E anche poco prima dell’emergenza sanitaria, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità aveva lanciato un allarme sulla fragilità dei sistemi di assistenza primaria, evidenziando alcuni problemi strutturali del nostro Paese quali l’aumento delle patologie croniche, l’invecchiamento della popolazione e la disomogeneità a livello regionale. Prima del Covid il 51% dei 2 milioni e 900mila anziani non autosufficienti non riceveva assistenza né sociale né sanitaria e questo ha sviluppato un badantato con più di un milione di badanti in nero. Altro che Green Pass!”, ha esordito Milanese, che ha poi aggiunto: “Abbiamo una debolezza strutturale incredibile come Paese. Per quanto riguarda l’Assistenza Domiciliare abbiamo il 2,9% di ultra 65enni assistiti. In Olanda sono il 14%. Nelle RSA abbiamo 14,5 posti letto ogni 1000 abitanti, la Germania ne ha 70. Dobbiamo insomma fare ancora tanta strada per arrivare ad un benchmark europeo e intanto viviamo una disomogeneità regionale pazzesca”.

Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità ha evidenziato poi le strategie per creare sul territorio un sistema finalmente capace di dare risposte adeguate ai cittadini in termini di salute. “Dal 2010, come Confcooperative Sanità abbiamo avanzato una proposta chiara che è quella di mettere insieme le forze, di unire insieme le cooperative sociosanitarie e quelle dei medici di medicina generale e dei farmacisti per creare un sistema sul territorio capace di rispondere ai bisogni dei cittadini. Insieme al sistema delle banche di credito cooperativo e alle mutue che stanno nascendo credo si possa costruire quella rete di prossimità secondo i dettami dell’articolo 118 della Costituzione. Una rete nel solco della sussidiarietà, dove lo Stato programma e controlla e dove alla società civile viene lasciato il compito di dare le risposte ai bisogni delle persone”.

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