Andare a cavallo può essere uno 'strumento' per aiutare i disabili. La riabilitazione equestre è ormai da anni una terapia consolidata, che sfrutta una serie di tecniche mirate ad accrescere la fiducia e le capacità motorie di disabili fisici e psichici. In Europa, la sua diffusione è iniziata a partire dagli anni ’60, mentre in Italia è arrivata solo un decennio più tardi.
È proprio per i molteplici benefici di questa attività che nella Comunità Riabilitativa Psichiatrica San Cristoforo, gestita a San Nicandro Garganico dalla Cooperativa Osa, si porta avanti da due anni il progetto “I Cavalieri del Gargano”.
Un programma che sfrutta tre metodologie specifiche d’intervento, inquadrate ad inizio anni ‘80 in occasione del 4° International Therapeutic Riding Congress di Amburgo. La prima fase consiste nell’ippoterapia. Si tratta dell’approccio iniziale al cavallo e al suo ambiente (a terra e in sella all’animale), una disciplina studiata per insegnare all’assistito gli elementi base dell’equitazione. Il secondo step si svolge a cavallo e consiste nella “Rieducazione equestre”, il primo vero aspetto pratico della terapia. E’ in questo momento, infatti, che vengono messi in atto gli obiettivi tecnico-riabilitativi specifici, stilati secondo un programma terapeutico ad hoc. L’ultimo gradino consiste nell’”Equitazione sportiva per disabili”, in cui l’assistito inizia a svolgere quasi del tutto autonomamente le normali attività di scuderia e di tipo pre-sportivo.
“L’effetto terapeutico della riabilitazione equestre si basa sul particolare feeling dialettico che si instaura tra il soggetto ed il cavallo – ha spiegato a Osa News Bonifacio Gravina, fisioterapista esperto in riabilitazione equestre che ha curato il programma in Puglia -. Si tratta di un rapporto fondato su un linguaggio prettamente motorio, ricco di sensazioni piacevoli e rassicuranti ed estremamente coinvolgenti sotto il profilo emotivo”.
Sono sei gli ospiti della struttura (cinque uomini e una donna) che fino ad oggi hanno provato i benefici della riabilitazione equestre, guidati da un fisioterapista, un istruttore e un Oss. “Superata la fase di conoscenza con il cavallo, gli ospiti si sono cimentati nella normali attività equestri di pulizia della stalla e della preparazione del cavallo – ha sottolineato Gravina -. Gli assistiti sono così diventati 'allievi', con un beneficio immediato in termini di rilassamento e sicurezza in se stessi. Tre di loro hanno anche fatto un deciso passo in avanti e si stanno anche preparando per una futura attività presportiva”.