Angelo Caciolo, direttore dell’ufficio programmazione e sviluppo della Cooperativa, ha partecipato questa mattina al webinar con i giovani laureati e laureandi finalizzato all’orientamento nel mondo del lavoro
Questa mattina Angelo Caciolo, direttore dell’ufficio programmazione e sviluppo di OSA, con supervisione per la Ricerca e Selezione del Personale, la Comunicazione e la Formazione, è intervenuto nel corso dei Talent Recruting Days Roma, primo dei due webinar organizzati nell’ambito di Talenti in Campus, progetto promosso dall’Ente di Promozione Sportiva e di Terzo Settore OPES e dal Centro di Ricerca Impresapiens dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” che ha il suo sportello, virtuale e fisico, nella facoltà di Economia e che mira a facilitare l’inserimento e l’orientamento dei giovani laureati e laureandi nel mondo del lavoro. Collegato dagli uffici di via Volumnio, Caciolo ha raccontato alla platea di giovani laureati e laureandi in discipline sanitarie OSA, l’impegno durante la pandemia, contraddistinta dall’esperienza dei Covid Hotel in Lombardia, e soprattutto le nuove prospettive in ambito sanitario e lavorativo rappresentate dall’Assistenza Domiciliare Integrata.
OSA E LA PANDEMIA. “Ovunque oggi sentite parlare di Sanità, nei bar, sui giornali, nei talk show ed in qualsiasi posto vi troviate, sentite parlare ormai solo di vaccini e di tamponi. OSA dal febbraio dello scorso anno si è distinta in tutto il territorio nazionale per essere stata in prima linea e in funzione sussidiaria al servizio pubblico nell’affrontare i problemi che in questo periodo si sono via via manifestati”, ha spiegato Caciolo iniziando il suo intervento. “Sono certo che ricorderete il primo Covid Hotel a Grassobbio, nel bergamasco, dove le persone che venivano dimesse dall’ospedale e non potevano tornare a casa in sicurezza per le loro famiglie, venivano ospitate per 3 o 4 settimane finché non risultavano negative al virus. Soprattutto chi tra voi risiede nel Lazio, avrà memoria delle prime USCAR, le unità che si recavano nei paesini, soprattutto del reatino, chiusi come zona rossa dai sindaci, per effettuare i primi tamponi a domicilio. Ecco, OSA è stata pioniera in tutti questi interventi: abbiamo proposto il progetto dei Covid hotel (poi esteso nelle regioni in cui era ritenuto necessario); abbiamo raggiunto cittadini-utenti delle zone rosse del Lazio in forma volontaria e gratuita nei giorni più critici con i nostri due Camper che generalmente utilizziamo per un progetto denominato Nontiscordardimé proposto da Papa Francesco a Confcooperative e realizzato in collaborazione con i maggiori ospedali cattolici, nel nostro caso il Policlinico Gemelli e l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ossia quello di portare cura e assistenza sanitaria nelle periferie romane a fasce di popolazione disagiate e bisognose dove il Pubblico non può arrivare”.
L’ADI E IL FUTURO. “Da anni”, ha ricordato il direttore dell’ufficio programmazione e sviluppo di OSA, “la nostra Cooperativa è all’avanguardia in un’attività che fino ad oggi è stata sempre ritenuta secondaria e che invece la pandemia ha evidenziato come punto nevralgico e centrale del Sistema Sanitario nazionale, ossia l’Assistenza Domiciliare, che è, tout court, la cura a casa del paziente. Il Servizio Sanitario Nazionale fu strutturato come ospedalocentrico e forse in quella fase della Storia aveva anche un senso”. Poi la cronicità e l’invecchiamento progressivo della popolazione italiana hanno reso necessario “un altro tipo di assistenza, più idonea ed efficace rispetto ai nuovi bisogni. Ecco, anche se ormai tutto questo è andato pian piano diminuendo, ultimamente si sono evidenziate la forza e l’importanza dell’assistere il paziente a casa con medici, infermieri, terapisti e operatori sanitari. Finalmente, quindi, si inizia a parlare di deospedalizzazione e della sanità territoriale, quindi di una distinzione tra acuzie e cronicità”. “La pandemia, purtroppo e per fortuna, ha evidenziato che la grande abnegazione, il grande altruismo dei medici, degli infermieri e di altre figure sanitarie sono stati fondamentali, molti tra loro dando anche letteralmente la propria vita. Ma per poter fare tutto questo, la sanità ha bisogno di tutto un aggregato importantissimo e fondamentale per la sua gestione e programmazione: occorrono manager che abbiano una visione della sanità a tutto tondo, persone specializzate nei servizi tecnologici che sappiano mettere immediatamente in relazione un infermiere che entra a casa di un paziente con la sua cartella clinica personale e con le cure somministrate e quelle da erogare. E ancora occorrono persone che sappiano “comunicare” tutta questa attività sia internamente che, soprattutto, esternamente e c’è bisogno di persone che sappiano gestire il personale, che conoscano la legislazione italiana in materia, che capiscano che Human Research, HR, non sono solo termini inglesi “smart” ma che dietro di loro ci sono le persone, con il lavoro che devono svolgere e con tutti i loro problemi personali. Ecco, noi siamo una cooperativa anche per questo, perché crediamo nella solidarietà e nel valore del lavoro come bene comune messo – come prescritto dalla Carta Costituzionale – al servizio del Paese. La cooperazione è aiutarsi, è condividere, che si è lavoratori ma anche soci e come tali, valendo uno, possiamo dire la nostra, possiamo dire quello che pensiamo”.
IL NETWORK OSA E IL LAVORO. “Sicuramente verrete informati dei dati statistici riportati dal borsino delle professioni di Excelsior, dove si evince la particolare difficoltà nella ricerca di figure professionali più qualificate e tra queste quelle più difficili da reperire sono quelle di profilo Dirigenziale e quelli con elevate competenze. Per le professioni sanitarie si registra una elevata richiesta da parte delle aziende con un incremento del 56% rispetto a giugno 2019 ma con una maggiore difficoltà di reperimento pari al 42.6%. Questo sicuramente comporterà che, almeno inizialmente, molte figure professionali e parlo principalmente degli infermieri, verranno fatti arrivare dall’estero: dai paesi sudamericani e da quelli balcanici, in primis. Nel tempo, OSA ha costituito una serie di ulteriori cooperative o società di capitali, che sono nate da spin-off di attività che non rappresentavano il core business della Cooperativa e che, oltre a svolgere attività per OSA, si sono messe sul mercato, con buoni risultati”. Tra queste HC Training, società di formazione accreditata come Ente per la formazione continua e per le politiche del lavoro nella Regione Lazio, presso il Ministero della Salute per erogare i crediti formativi a tutto il settore sociosanitario, ai giornalisti, agli ingegneri ed altre attività formative trasversali, sta “avviando corsi specifici in management sanitario in autonomia o in collaborazione con università italiane ed altre attività formative, che forse potrebbero esservi utili nella vostra vita professionale”. “Insieme ad OSA”, ha sottolineato Caciolo, in chiusura del suo intervento “HCT sta aprendo sedi all’estero per la formazione di personale sanitario al fine di consentire a giovani laureati che vogliono aprirsi a nuove esperienze di poter effettuare dei tirocini all’estero, grazie al suo accreditamento alla Regione Lazio come agenzia per il Lavoro”.