“Nella prospettiva della Strategia Europa 2020 il processo di digitalizzazione della sanità italiana appare ancora in ritardo rispetto alla maggioranza dei Paesi UE sulla base degli indicatori disponibili. Le performance insufficienti rispecchiano il basso livello di spesa eHealth dell’Italia, pari nel 2015 all’1,2% della spesa sanitaria pubblica, rispetto alla media dell'Unione Europea compresa fra il 2 e il 3%, con punte vicine al 4%”. È quanto si legge nello studio redatto e presentato dal Censis da cui emerge lo stato della sanità digitale nel nostro Paese, fanalino di coda a livello europeo in tutte le classifiche relative a questo settore. L'Italia è ad esempio al 27esimo posto per la ricerca di informazioni sulla salute via Internet: solo il 46% degli italiani naviga e si informa su questo tema contro il 58% della media UE. Se si parla di prenotare visite mediche via web, l'Italia occupa invece il 12° posto con una percentuale di prenotazioni pari al 10% contro la stima europea del 12,5%.
Passando alla percentuale di medici di medicina generale che inviano elettronicamente le prescrizioni ai farmacisti, l’Italia nel 2013 – unico dato disponibile – occupa la 17ª posizione (fra i 28 Paesi UE+2) con il 9%, molto distanziata rispetto ai Paesi battistrada: Estonia (100%), Danimarca (100%), Croazia (99%), Svezia (97%), Islanda (96%), Olanda (94%). Il nostro Paese, sempre nel 2013 – anche qui unico dato disponibile – occupa il 14° posto (fra i 28 dell'UE) con il 31% di medici di medicina generale che condividono i dati medici dei pazienti con altri operatori e professionisti sanitari. Lo Stato più evoluto in questo senso è la Danimarca con il 92%.
“Secondo un indice sintetico di eHealth adoption – si legge ancora la ricerca Censis – i primi cinque Paesi in Europa sono Danimarca (con indice pari a 0,87), Finlandia (0,84), Spagna (0,72), Olanda (0,71) e Svezia (0,67). Il valore dell’indice per l’Italia è pari a 0,26. I risultati dell’analisi mostrano che il Servizio Sanitario Nazionale debba realizzare nei prossimi anni un deciso cambio di passo nelle risorse finanziarie da investire in Sanità Digitale per stare al passo con i Paesi europei più avanzati in questo settore”.
Sono quindi necessari maggiori investimenti e “un piano per ridisegnare il sistema salute del Paese, quello del digital divide, quello della costruzione di una governance nazionale dell’innovazione e di una strategia architetturale complessiva, quello della definizione di una chiara politica della sicurezza e della privacy”, sottolineano ancora dall’istituto di ricerca.