Mario è un insegnante in pensione, una persona poliedrica, curiosa con grandi interessi culturali che in passato ha ricoperto diversi ruoli di responsabilità, anche amministrativi, nella comunità in cui è nato e vive, Agosta. Un piccolo borgo di 1700 anime arroccato sulle pendici tufacee dei monti Simbruini, in provincia di Roma.
Mario ha insegnato per molti anni all’Istituto alberghiero di Tivoli fino a raggiungere l’incarico di vice-preside. È autore di numerosi libri sulla storia secolare di Agosta, ha contribuito a realizzare il locale museo rurale, ha presieduto la corale di S. Maria Assunta e fondato l’Associazione “La Ginestra” che si occupa di promuovere il folklore e le tradizioni popolari del comune dell’alta valle dell’Aniene.
Oggi Mario soffre di Alzheimer e da un anno viene assistito da OSA che gestisce sul territorio il servizio ADA – Assistenza Domiciliare Alzheimer attivo presso la ASL RM 5.
Per uno come lui, che sulla memoria ha costruito la propria vita, la sorte sembra avergli giocato un bruttissimo scherzo. Questa malattia, che si stima oggi in Italia colpisca oltre 500mila persone (il 5% della popolazione con più di 60 anni), aggredisce le capacità cognitive, distruggendo le cellule cerebrali nelle aree che custodiscono i nostri ricordi. Si comincia a dimenticare le azioni appena compiute, a non riuscire a pronunciare la parola più appropriata, a non distinguere con precisione le persone con cui si viene in contatto, a perdersi in luoghi familiari, per poi arrivare inesorabilmente a rinchiudersi in sé stessi trascurando l’igiene, la nutrizione e mostrandosi incapaci di condurre le normali attività quotidiane.
Da quando è stata diagnosticata la malattia, la moglie e le due figlie non hanno mai smesso di stare accanto a Mario e senza perdere la speranza, ogni giorno, cercano di assisterlo e sostenerlo in questa battaglia che sembra persa in partenza.
La rete di assistenza socio-sanitaria del territorio si è attivata e, grazie a un percorso di cura messo in campo dallo staff di operatori e terapisti OSA, Mario ha ottenuto risultati importanti che lo hanno condotto a recuperare molte delle capacità intellettive che sembrava aver perduto per sempre, come raccontano Gabriella e Luciano della Cooperativa.
“Visti gli interessi culturali e i trascorsi narrativi ho proposto al signor Mario di partecipare a un concorso letterario che si tiene a Gerano (RM), il comune dove abito” racconta Gabriella Viotti, terapista occupazionale OSA.
“Organizzata dal Museo delle scatole di latta, un’istituzione riconosciuta a livello nazionale in cui sono raccolte migliaia di reperti provenienti da ogni parte del mondo, si svolge da tre anni la rassegna intitolata ‘Le favole del mio borgo’ riservato a promuovere racconti e favole popolari della tradizione locale. Mario si è mostrato subito entusiasta e con l’operatore Luciano Orsini abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto, sfruttando l’opportunità offerta dal concorso.”
Per stimolare le capacità cognitive dell’assistito l’équipe OSA ha puntato a utilizzare un’attività, come appunto la scrittura, che a Mario era già familiare prima di essere colpito dalla malattia e che ha costituito una parte importante della sua vita.
“Io faccio sempre questo esempio ai cari dei nostri assistiti” spiega Luciano Orsini, operatore sociosanitario della Cooperativa. “Per i malati di Alzheimer il cervello funziona come una brace che per cuocere in ogni suo strato e non bruciare la carne, deve raggiungere una temperatura costante. In questo caso abbiamo cercato di alimentare la brace, costituita dalle sue capacità cognitive residue, che covava sotto la cenere, prodotta dall’Alzheimer, utilizzando l’attività creativa della scrittura.”
Con un lavoro paziente gli operatori hanno ripercorso con l’assistito momenti della sua infanzia e della giovinezza, aiutandolo a ricostruire le corrette sequenze temporali e logiche. Insieme hanno realizzato un primo canovaccio che poi Mario ha saputo sviluppare e integrare creando una favola, intitolata “I Lupini” premiata dai giurati.
“Mario ha risposto in maniera straordinaria perché nel suo vissuto il lavoro intellettuale costituiva e costituisce tutt’ora, anche se sottotraccia a causa dell’avanzamento dell’Alzheimer, una delle peculiarità fondanti della propria vita”, prosegue l’operatore OSA, “il nostro compito è quello di fare in modo che il malato di Alzheimer non si assopisca mai e che soprattutto non venga cancellata la sua personalità. Ognuno ha un proprio vissuto e contesti sociali differenti come la famiglia, la scuola, il lavoro, gli interessi. Abbiamo utilizzato queste leve per contrastare e rallentare gli effetti della patologia con l’obiettivo di restituire a Mario la dignità e assicurargli la migliore qualità di vita possibile.”
E i fatti hanno dato ragione a questa filosofia di intervento realizzata dai professionisti della Cooperativa. In breve tempo Mario ha ripreso vigore, migliorando anche le sue capacità motorie.
Oggi è in grado di spostarsi tra un piano e l’altro della sua casa ed è tornato a frequentare il suo studio al terzo piano, dove sono custoditi i suoi libri e da dove può scrivere con il suo PC, tenendosi in contatto con gli amici dell’Associazione culturale.
“Siamo meravigliati e soddisfatti, perché Mario grazie alla sua capacità di rispondere alle nostre sollecitazioni ha dimostrato che si può bloccare il meccanismo di impoverimento neurologico e recuperare uno stato soddisfacente di capacità relazionale e di abilità psico-motorie” commenta infine Gabriella Viotti. La terapista occupazionale OSA svela che Mario visti i successi sta valutando l’ipotesi di prendere parte a un altro concorso letterario nei prossimi mesi, questa volta mettendo mano a una sua vecchia opera teatrale per adattarne il contenuto e romanzarlo.
Come si dice: ‘L’appetito vien mangiando!’.