“Sarò il padre che non hai mai avuto”, gli ripeteva. Poi, quando sono nati i suoi due figli, tutto è cambiato e lo ha costretto, a soli 8 anni, ai lavori più umili. Lo Spazio Ascolto Antiviolenza di Frosinone ha accompagnato la madre a presentare denuncia fino al rinvio a giudizio dell’uomo per maltrattamenti aggravati
Per Chiara e il suo piccolo Andrea – i nomi sono di fantasia – l’inferno ha avuto fine quando sono fuggiti da casa ed hanno incontrato gli operatori dello Spazio Ascolto Antiviolenza di Frosinone. La struttura, gestita dalla Cooperativa OSA, è diventata un importante punto di riferimento per diverse donne vittime di violenza domestica. I casi di maltrattamenti in famiglia vengono affrontati con attenzione e professionalità dagli operatori che trovano ogni volta un percorso di protezione. Per Chiara e Andrea l’incontro con OSA ha assunto il sapore della liberazione da anni di soprusi e violenze perpetrate gratuitamente da un marito che, nei giorni scorsi, è stato rinviato a giudizio dal GUP per maltrattamenti aggravati. Chiara era rimasta vedova giovanissima con un bambino da crescere, l’incontro con un professionista molto più grande di lei l’aveva convinta a costruire una nuova famiglia in cui allevare serenamente suo figlio. Ma si sbagliava. L’uomo, sensibile ed attento durante il corteggiamento, si è rivelato, subito dopo la nascita dei suoi nuovi figli, un violento e astuto manipolatore. Chiara ha maturato la decisione di presentare denuncia nei confronti del marito dopo un lungo percorso psicologico che l’ha portata ad affrontare il suo vissuto. Non è stata una scelta semplice e lo ha potuto elaborare grazie al fatto che negli anni aveva preso l’abitudine di registrare quanto accadeva in casa. Tutte fonti di prova utili per supportare le argomentazioni denunciate.
Il piccolo Andrea, invece, confidava spesso alla madre di sentirsi sfruttato e sopraffatto da un uomo che non era suo padre. Eppure, nei primi anni di convivenza, il patrigno si era dimostrato affettuoso e gentile con Andrea: “Sarò il padre che non hai mai avuto”, gli ripeteva. Poi, nati altri due figli dal matrimonio con Chiara, quest’uomo si è rivelato in tutta la sua cattiveria. Andrea è diventato il “Cenerentolo” della casa. Doveva guadagnarsi il pane che mangiava, come gli intimava il patrigno. Lo obbligava a tagliare le erbacce, pulire le aiuole, spazzare il piazzale, nettare le ruote del trattore. Sottraendo al gioco e alla spensieratezza un bambino di otto anni. Chiara, di fronte a ciò che accadeva, era come bloccata. Costui l’aveva convinta che non era una buona madre e che, se solo l’avesse voluto, le avrebbe sottratto i figli. Per questo motivo, Chiara aveva sempre evitato di denunciarlo, nonostante la situazione peggiorasse via via. Si sentiva isolata dal mondo, anche perché il marito l’aveva costretta a non avere più rapporti con la famiglia di origine. Quella sudditanza psicologica la induceva a considerarsi sbagliata. Chiara non riusciva a rendersi conto di essere, invece, vittima di violenza piena.
Con la nascita degli altri due figli, la povera Chiara si era bloccata ancora di più perché una denuncia avrebbe sottratto il padre ai piccoli. Ma Andrea non ne poteva più e quando ha avuto modo di interagire con i Servizi Sociali, grazie all’intervento degli operatori OSA, si è disvelata il dramma di una piccola vita maltrattata. Adesso mamma e figlio vivono in una casa protetta lontani da un uomo che non li ha saputi amare. Chiara e il piccolo Andrea sono stati seguiti dall’avvocato Sonia Sirizzotti, sempre sensibile e puntuale in questioni legate ai maltrattamenti in famiglia.