Un nuovo Welfare fondato sui valori del pluralismo e della sussidiarietà. È questo il modello che il mondo della cooperazione sociosanitaria, di cui OSA fa parte, vorrebbe veder realizzato. Nel corso dell’ultimo anno il presidente della Cooperativa Giuseppe Milanese lo ha ribadito in occasione dei tanti confronti con le istituzioni e con gli altri operatori del settore a cui ha preso parte.

L’opinione che il rimodellamento del Sistema sanitario nazionale non sia più procrastinabile è ormai condivisa da tempo. Lo ha recentemente sottolineato anche il Governo nella proposta di riforma del Terzo settore. A imporre un ripensamento del modello di Welfare sono i vincoli di bilancio, la necessità di ridurre gli sprechi, l’invecchiamento della popolazione, lo sviluppo scientifico e tecnologico e l’empowerment del cittadino.

Per far fronte a queste sfide è necessario “un diverso modello di protezione della salute più positivo ed attivo, fondato sui valori del pluralismo, della sussidiarietà e della responsabilizzante dei decisori politici e di tutti gli stakeholders – ha detto Giuseppe Milanese nel corso dell’Assemblea di FederazioneSanità Lazio dello scorso 5 maggio –. Mantenendo fermo l’obiettivo di garantire l’universalismo, sia pure declinato in termini meno generali e più selettivi rispetto ai bisogni effettivi degli individui e della popolazione, è giunto il momento di andare oltre il modello giuridico-istituzionale, che concentra tutto nelle mani pubbliche, sia la funzione di tutela, che si esprime fissando la strategia, indirizzandone e controllandone l’attuazione, che quella di produzione dei servizi”.

Il modello che il presidente di OSA e di FederazioneSanità ha in mente, dunque, prevede il rafforzamento della funzione pubblica sul versante della guida strategica per tutelare i diritti del cittadino, ma prevede anche unmaggiore intervento del privato. “In particolare – ha detto Milanese nel corso degli Stati Generali della Salute (che si sono svolti l’8 e il 9 aprile 2014) – chiediamo un maggiore intervento dell’impresa sociale qualificata dall’assenza di fini di lucro, perché assuma la responsabilità della conduzione dei servizi in logica economico-aziendale”.

Secondo il presidente di OSA, dunque, per realizzare un nuovo modello di Welfare è necessario che la funzione pubblica svolga in maniera chiara ed efficace il ruolo di guida strategica. Una necessità questa particolarmente importante soprattutto nell’ambito dell’Assistenza primaria e del miglioramento dei servizi territoriali. “L’Assistenza primaria in Italia varia da Asl ad Asl, per superare questa situazione servono regole chiare e uguali ovunque – ha detto Milanese ancora nel corso degli Stati Generali della Salute -. Migliorare i servizi erogati sul territorio, infatti, è la chiave per decongestionare gli ospedali e rendere efficace l’offerta di salute”.

Sempre nel corso degli Stati Generali della Salute, il presidente di OSA ha introdotto la cosiddetta “regola delle 5r” che riassume le proposte avanzate dal mondo della cooperazione sociosanitaria per la riforma del welfare. Questa regola è stata successivamente ribadita da Milanese anche nel corso di altri eventi ai quali ha partecipato. “Un modello di assistenza primaria realmente vicina ai bisogni della popolazione – ha detto Milanese – necessita di: 1) una regia unica nazionale; 2) regole certe sull’accreditamento; 3) un ruolo definito per tutti gli attori del sistema; 4) la costituzione della rete tra gli operatori; 5) il rigore nel misurare la qualità dei servizi“.

Grazie all’applicazione di queste regole è possibile creare un modello di Welfare sostenibile e, al contempo, garantire maggiore occupazione. “Il nostro sistema – ha aggiunto Milanese nel corso dell'Assemblea Nazionale di FederazioneSanità – eroga alle famiglie sussidi finanziari e non servizi. Se seguissimo l’esempio degli Stati europei più virtuosi, allineandoci ai loro standard, si creerebbero oltre 190 mila posti di lavoro e offriremmo servizi professionalizzati”.

Secondo il presidente di OSA, infine, per migliorare l’offerta di sanità al cittadino, bisogna puntare sulla prevenzione, fino ad oggi cenerentola dell’offerta sanitaria. “Prevenire prima di curare la malattia è la regola aurea della politica sanitaria – ha sottolineato Milanese nel corso dell’Assemblea di Federazione Sanità Lazio –. Bisogna andare oltre l’esangue dipartimento di prevenzione delle Aziende sanitarie e di incardinare questa funzione fondamentale in un vero e proprio modello nuovo della governance della salute”.

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