Come sanno i bambini di tutto il mondo, anche i più timidi, un pallone è un potentissimo strumento di socializzazione. Non c’è barriera sociale che una partita di calcio non aiuti a superare. Quando gli ostacoli sono quelli della disabilità poi, lo sport più famoso del mondo può aiutare a creare occasioni per unire le energie e vincere le difficoltà.
È questo lo spirito che anima “Il cuore nel pallone”, progetto nato dall’iniziativa dell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia, l’associazione “Bambini del mondo“ onlus e il Centro sportivo italiano-Comitato regionale Emilia Romagna.
L'iniziativa si pone l'obiettivo di per riaffermare il valore inclusivo dello sport e creare scuole calcio integrate, comprensive di piccoli atleti diversamente abili e normodotati.
“Il cuore nel pallone” prevede due eventi. Il primo avrà luogo il prossimo 7 aprile allo stadio Braglia di Modena e consisterà in una sorta di maratona della solidarietà in cui diverse “nazionali” si sfideranno in un mini torneo.
Cabarettisti, prestigiatori, veterinari, dj e tante altre categorie faranno scendere in campo la propria rappresentativa per contribuire alla raccolta fondi che già dal novembre 2013 mira a ricostruire il campo sintetico di Finale Emilia a Modena, colpito dal terremoto del 2012, e un maneggio per disabili e normodotati presso il Villaggio della solidarietà “Papa Giovanni XXIII” a Reggio Emilia.
Il secondo evento è il Torneo internazionale giovanile di calcio integrato “Il cuore nel pallone”, giunto quest’anno alla sesta edizione. La competizione avrà luogo il 1, 2, 3 e 4 maggio in tre stadi della provincia laziale, precisamente a Monterosi, Campagnano e Mazzano e vedrà scendere in campo oltre 30 società calcistiche per un totale di circa 600 piccoli calciatori.
L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è sostenere un’idea di sport integrato che permetta ai bambini con disabilità di giocare insieme ai loro amici normodotati. Senza barriere, nel nome del calcio.