“Se i sogni ci sono ancora, perché non cercare di realizzarli?”. Inizia con una domanda la “nuova” vita di Giovanna. Il nome è di fantasia (per proteggere la sua privacy), ma a qualcuno il suo caso sarà sicuramente tornato alla mente. In occasione dell’assemblea dei soci del luglio 2012, infatti, la storia era stata raccontata dalla stessa ragazza.
Disturbi alimentari, psicosi, il suicidio come un pensiero sempre più oppressivo e ingombrante. Questi i problemi che hanno portato Giovanna ad intraprendere un lungo percorso di riabilitazione, portato a termine con successo nell'Oasi di Vico del Gargano, gestita dalla Cooperativa Osa.
Nella seconda metà del 2012, inoltre, la situazione della ragazza ha preso una piega decisamente positiva. Giovanna è andata a vivere da sola, è riuscita a guardare in faccia il suo passato e ha iniziato a costruire il suo futuro. “Ho sempre desiderato lavorare nel sociale, aiutare chi ha bisogno – ha spiegato la giovane -. Sono i motivi per cui ho deciso di iniziare un corso da Oss (Operatore Socio Sanitario, ndr)”.
Ed è qui, nell’assistenza socio sanitaria, che passato e presente della ragazza si incrociano. A un anno e mezzo dall’ingresso nella comunità pugliese, infatti, Giovanna è tornata nell’Oasi di Vico del Gargano. Stavolta, però, a ruoli invertiti. “Ho avuto la possibilità di completare le mie ore di tirocinio proprio nella struttura dove sono stata assistita – ha sottolineato la ragazza -. È stata un’occasione fondamentale per mettermi in gioco, testare la mia professionalità e chiudere il cerchio del mio percorso di riabilitazione”.
Ad aiutare la ragazza nell’inserimento nel mondo del lavoro, sono stati gli stessi operatori che l’avevano accompagnata nel suo percorso. “Quando sono tornata, tutti credevano che fossi passata semplicemente a salutare – ha raccontato con un pizzico di orgoglio -. Ma quando ho spiegato la novità, lo staff mi ha accolto da subito come una nuova collega da istruire”.
“Guarire dal disturbo psichiatrico è possibile, serve introspezione, motivazione e un aiuto – ha concluso Giovanna -. Dal giorno del mio primo ricovero ho fatto molta strada, imparando che volere è davvero potere”.