Cosa significa essere uno studente universitario con disabilità? E cosa significa essere uno studente universitario fuori sede con disabilità?
Significa ‘mettersi in gioco’, ogni giorno, ogni momento della propria vita per coltivare i propri sogni con la consapevolezza di fare più sforzi e sacrifici degli altri, dovendo affrontare spesso tante barriere fisiche, culturali e psicologiche che vanno oltre ogni disabilità.

Realtà che la Cooperativa OSA conosce bene visto che dal 1999 assiste i ragazzi con disabilità che frequentano l’Università La Sapienza di Roma offrendo un duplice servizio, di accompagno e di assistenza socio-sanitaria all’interno della Casa dello Studente in via Cesare de Lollis n. 20.
 

“Si tratta di un servizio nato per vocazione – ci spiega il responsabile Stefano Milanese – ormai 17 anni fa, che ci ha fatto conoscere tante realtà diverse e capire quanto sia importante ma anche complesso fare in modo che questi ragazzi possano vivere momenti di socializzazione e di inclusione dentro e fuori le aule universitarie. I ragazzi di cui ci prendiamo cura sono carrozzati, non vedenti, non udenti, ragazzi che hanno la funzionalità di un solo braccio, ad esempio”.
 

Dal 2011 OSA coordina anche il servizio di accompagno e di supporto durante le lezioni presso la Luiss, Università Guido Carli. Attualmente gli studenti assistiti nell’Ateneo privato sono quattro, 2 non vedenti e 2 che necessitano di un supporto per la deambulazione, e 4 gli operatori che OSA ha messo in campo.
 

La Dichiarazione Universale dei Diritti umani dell'ONU ci ricorda che “Il diritto allo studio è un diritto inalienabile e un momento di autoaffermazione”, un diritto universale che deve essere garantito a tutti. E il servizio erogato da OSA – definito dai diretti interessati un servizio d’eccellenza – contribuisce, nel suo piccolo, a rendere la vita di questi studenti più semplice e serena, nonostante la vita lontana da casa.
 

“Le attività che svolgiamo per La Sapienza – racconta Stefano – sono più complesse ed eterogenee. Rappresentano lo zoccolo duro di questo servizio e fanno ormai parte del dna della Cooperativa grazie al lavoro e alla dedizione di un gruppo di operatori socio-assistenziali ‘storici’ che lavorano per OSA da quando il servizio è iniziato. Assistiamo circa 40 utenti, 20 esterni che sono quelli che usufruiscono esclusivamente del servizio di accompagno e 20 interni”.
 

Nel primo caso, gli operatori hanno il compito di accompagnare gli studenti residenti a Roma all’Università per soddisfare solo esigenze di tipo universitario legate a lezioni, esami, colloqui con professori, ad esempio.
 

“I 20 ragazzi interni che alloggiano presso la Casa dello Studente in quanto beneficiari della borsa di studio come studenti fuori sede provenienti da ogni parte d’Italia – prosegue Stefano – usufruiscono sia del servizio di accompagno sia del servizio di assistenza interna e hanno a disposizione uno staff eterogeneo composto, attualmente, da 15 operatori OSA residenziali e 6 operatori accompagno”.
 

Il servizio negli anni si è evoluto in numeri e in figure professionali. “Prima il servizio esterno – ricorda Milanese – era affidato agli obiettori di coscienza. Oggi ad occuparsene sono professionisti del settore che si aggiornano continuamente e che hanno imparato sul campo a gestire ogni tipo di situazione. Possiamo definirci un’eccellenza perché forse siamo l’unica Cooperativa a offrire h 24, sette giorni su sette, un servizio così ben strutturato e apprezzato dagli utenti. I nostri operatori si contraddistinguono per estrema pazienza, propensione al sociale, vocazione all’aiuto e al supporto. L’utente disabile, infatti, ha bisogno di continue attenzioni ed è importante che l’operatore abbia la capacità di capirlo, oltre alle competenze per muoverlo e spostarlo senza fargli male o ancora prendersi cura della sua igiene personale in modo attento e premuroso”.

Il responsabile del servizio ha un sogno nel cassetto, in linea con la mission della Cooperativa. “Ad oggi non abbiamo alcun ruolo riabilitativo ma forniamo solo un mero supporto alla disabilità. Non possiamo spronare l’utente all’indipendenza, non è il nostro ruolo qui dentro anche se è la nostra vocazione. Purtroppo non è prevista da capitolato d’appalto. Noi non possiamo fare le attività al posto del disabile ma intervenire dove non può arrivare da solo. Siamo in contatto con la committenza per far creare un capitolato che ci permetta di occuparci non solo dell’aspetto assistenziale ma anche del supporto a livello mentale e psicologico alla persona, ci piacerebbe occuparci di un’assistenza a 360°. Attualmente tutto ciò che l’utente fa per sé (terapista occupazionale, motorio, psicologo) è affidato alle proprie risorse personali. Recandosi presso la ASL, all’utente vengono assegnati degli specialisti in base alla terapia da fare. La buona notizia è che ho avuto varie richieste per usufruire del servizio MaiSoli, segno che la Cooperativa è conosciuta per affidabilità e professionalità. Mi auguro che al più presto questo interesse si concretizzi in prestazioni reali”.

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