Il sistema cooperativo che opera nel campo della salute rappresenta “una filiera integrata, multiprofessionale, che mette in rete il know-how e la professionalità delle cooperative sociali che operano in ambito socio-sanitario, delle cooperative di medici, delle farmacie e delle cooperative di distribuzione del farmaco, delle strutture specialistico-diagnostiche, delle cooperative ad alta specializzazione sanitaria e delle mutue sanitarie. Un sistema imprenditoriale che, in una logica di welfare di territorio e di comunità, eroga servizi complessi, sia integrati che complementari al Servizio Sanitario Nazionale, a quasi 7 milioni di persone. Un vero e proprio sistema sussidiario, non antagonista rispetto al Pubblico, che negli anni della crisi ha saputo crescere e dare sempre più risposte ai bisogni dei cittadini”. È quanto si legge nella pubblicazione di maggio “Note e commenti” realizzata dall'Ufficio Studi dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, che riunisce l'Ufficio Studi di AGCI, l'Area Studi di Confcooperative e il Centro Studi Legacoop.

 

I NUMERI. Il documento fornisce un quadro complessivo dei dati relativi alle 10.773 cooperative operanti in Italia al 31 dicembre 2015 (senza distinzione di appartenenza associativa). “Di queste – si legge nell'analisi – lo 0,5% del totale risulta attivo nel comparto farmaceutico. Il 9,6% opera, prevalentemente, nel comparto sanitario in senso stretto. Infine, l’89,8% del totale opera nel comparto socio-sanitario. Le cooperative del comparto farmaceutico sono, in maggioranza, cooperative fra dettaglianti a mutualità prevalente che operano primariamente nella distribuzione intermedia dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici e, in parte, cooperative di servizi con soci farmacisti. In taluni casi le cooperative farmaceutiche gestiscono anche delle farmacie. Le cooperative che operano, prevalentemente, nel comparto sanitario in senso stretto sono, per il 74%, cooperative sociali a specializzazione sanitaria. In particolare, cooperative sociali, anche tra medici, che forniscono assistenza domiciliare integrata, assistenza in strutture sociosanitarie dotate di reparti di degenza, assistenza in presidi ospedalieri, assistenza ambulatoriale e poliambulatoriale, assistenza e servizi di prima emergenza e urgenza, assistenza e servizi di trattamento, cura, terapeutici e riabilitativi e servizi connessi alla prevenzione, alla promozione del benessere e della salute nonché alla formazione in ambito sanitario. Il restante 26% è rappresentato da cooperative di servizi (non cooperative sociali) che operano nel settore sanitario in senso stretto. Le cooperative del comparto socio-sanitario sono attive nell’assistenza sociale e nei servizi alla persona, a prevalenza non sanitaria in senso stretto. Si tratta per il 97% di cooperative sociali (sono escluse le cooperative sociali di tipo B – inserimento lavorativo – attive nel settore agricolo, dell’industria e dei servizi non legati all’assistenza socio-sanitaria)”.

 

IL FATTURATO E IL CAPITALE. Nel complesso, le coop attive nella filiera della salute hanno realizzato un fatturato aggregato che si è attestato a 15,3 miliardi di euro nel 2014. “Il 66% del fatturato – spiega il documento – è riconducibile al settore socio-sanitario, il 27,4% al farmaceutico e il restante 7,6% al settore sanitario in senso stretto. Il totale del capitale investito dalle cooperative attive nella filiera della salute nel 2014 ha raggiunto 11,3 miliardi di Euro. Il 73,8% del totale del capitale investito fa riferimento al settore socio-sanitario, il 17,3% al farmaceutico e il restante 8,9% al settore sanitario in senso stretto. Il capitale sociale aggregato delle cooperative attive nella filiera della salute nel 2014 si attesta a quasi 550 milioni di Euro. Il 79,3% della capitalizzazione fa riferimento al settore socio-sanitario, l’11,7% al farmaceutico e il restante 9% al settore sanitario in senso stretto”.

 

L'OCCUPAZIONE. Gli addetti delle cooperative attive nella filiera della salute ammontano a oltre 368mila unità (2014). Si tratta, in prevalenza, di lavoratori stabili e in maggioranza donne. “Il 91% degli addetti opera in cooperative del settore socio-sanitario, l’8,3% nel sanitario in senso stretto (tra le professionalità figurano gli operatori socio-sanitari, gli infermieri, i medici, i terapisti e fisioterapisti) e lo 0,7% nel farmaceutico. La filiera cooperativa della salute si conferma anticiclica. Negli anni della crisi, le cooperative attive hanno fatto registrare una brillante performance complessiva. In particolare, il patrimonio netto, il capitale sociale e il capitale investito sono aumentati, sebbene in prevalenza con una dinamica in frenata nell’ultimo biennio, in tutti gli anni della crisi. Nel complesso, tra il 2008 e il 2014, il patrimonio netto delle cooperative attive è progredito del +36,6%. Il totale del capitale investito, nello stesso arco temporale, ha registrato un incremento del +37,7%. Il capitale sociale è salito, infine, del +50,2%. Di fatto, in un contesto in cui il Sistema Pubblico arretra insieme alla finanze pubbliche, il movimento cooperativo attraverso la sussidiarietà e l'autorganizzazione è riuscito a dare risposte ai bisogni non più garantiti o non adeguatamente soddisfatti dall’azione dello Stato”.  

 

Leggi “Note e commenti” n.45 – maggio 2016

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