Una storia di piccole attenzioni quotidiane e premura, protagonista la signora Vita Morana, paziente del servizio di Assistenza Domiciliare Alzheimer 

“Per me siete e sarete sempre i miei angeli custodi. Infinitamente grazie”. È una storia di assistenza e di rinascita, di premura e di piccole attenzioni quotidiane, quella che ha come protagonista la signora Vita Morana, 88 anni, paziente del servizio di Assistenza Domiciliare Alzheimer che OSA assicura nel territorio della Asl Roma 5. La racconta sua figlia Grazia attraverso una lettera inviata al coordinamento del servizio per ringraziare gli operatori che quotidianamente si prendono cura della madre, aiutandola nelle normali attività di ogni giorno.

Un rapporto basato sulla fiducia quello tra questa famiglia e la Cooperativa che si è instaurato tanto tempo fa, con l’assistenza dedicata da OSA al marito di Grazia, anch’egli affetto da Alzheimer. “Grazia ci ha contattato direttamente all’insorgere della malattia della madre”, racconta Agnese Tozzi, coordinatrice del servizio ADA di OSA. “Dopo l’esperienza assistenziale con suo marito e grazie al legame empatico che si è creato con noi, si è rivolta ad OSA certa come sempre che avrebbe potuto contare sulla Cooperativa. E noi infatti l’abbiamo supportata in tutto, fin dalle pratiche per l’attivazione della presa in carico. Sono queste le soddisfazioni che ci ripagano di tutto l’amore e l’impegno che mettiamo in questo servizio da ormai quasi 5 anni io, la mia collega Alessia Frasca e tutti gli operatori del servizio”. 

Così, oggi con il sostegno di OSA, la mamma di Grazia è tornata ad una vita fatta di gesti e abitudini che sembravano essere stati cancellati dalla malattia. “Volevo ringraziarvi per le persone stupende che avete mandato grazie a loro mia madre la mattina si alza fa la doccia e si veste, tempo permettendo esce per fare una passeggiata con loro”, scrive nella lettera Grazia.

“Vi ringrazio infinitamente per tutto ciò che fanno poiché i giorni che non vengono mia madre non vuole né alzarsi, né lavarsi, né vestirsi e tanto meno uscire” e quindi “grazie per aver cambiato anche le mie giornate poiché mi sentivo impotente nei suoi confronti”.  

Share This