“Di solito nella mia professione sono abituata a parlare di pazienti, qui invece amo chiamarli ospiti perché la Comunità è un luogo dove si condivide tutto: giornate, attività ed emozioni”. A parlare è Rosanna Amoroso, psicologa che lavora da 6 anni all'interno della Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica (CRAP) OASI che OSA gestisce in provincia di Foggia, a Vico del Gargano. Rosanna si prende cura, nel senso forse più alto del termine, delle persone che vivono nella struttura, ognuna con le sue sfaccettature, la sua unicità, in fondo la sua bellezza.La sua è un'attività di équipe delicata, importante, bella.  “Lavoro insieme ad altri professionisti come lo psichiatra, gli educatori, gli operatori sociosanitari e gli infermieri”, spiega, “in un contesto riabilitativo psichiatrico di tipo residenziale. Con le diverse figure professionali della CRAP cerchiamo di raggiungere gli obiettivi prefissati per ogni assistito dal suo progetto riabilitativo individuale”.

 

Con gli ospiti l'attività terapeutica si svolge in gruppo e con i colloqui a livello individuale. Strumenti, come li definisce Rosanna, indispensabili per il recupero delle capacità introspettive e relazionali e per imparare a riconoscere il vissuto emotivo, ma anche per migliorare consapevolezza, autostima, adattamento. “Con gli utenti con un buon livello cognitivo è possibile fare anche un intervento più strutturato, sul piano psicoterapeutico. Questo è un aspetto senz'altro bello del mio lavoro perché si possono tirare fuori dei miglioramenti importanti a fronte anche di crisi o di episodi legati a emozioni come la rabbia”. 

 

Il riconoscimento e la gestione delle emozioni, fossero anche dirompenti come la rabbia, è un elemento chiave anche alla luce dell'attuale situazione legata al Covid che non consente agli ospiti di svolgere in completa autonomia alcune iniziative come le uscite sul territorio. L'obiettivo di OSA, del resto, è sempre quello della massima tutela della salute di lavoratori e assistiti. Per questo gli utenti affrontano le diverse attività divisi in piccoli gruppi e rispettando tutte le procedure di sicurezza previste e vivono in un ambiente protetto come quello della CRAP, dove non hanno contatti con l'esterno, mentre gli operatori indossano tutti i dispositivi di protezione individuale. 

 

“Non è facile per nessuno vivere questa situazione, a maggior ragione per i nostri ospiti”, sottolinea Rosanna, “qualcuno di loro ha dovuto rinunciare a piccole grandi fette di libertà, come può essere una passeggiata fuori o a progetti più grandi, come l'inserimento sociolavorativo. Si lavora sulla gestione di queste condizioni, sul dare un nome ed imparare a gestire le emozioni che suscitano nei nostri ospiti”.

 

Un'altra componente importante nel rapporto con gli utenti è rappresentata dalle famiglie. Rosanna è abituata a parlare con loro, a coinvolgere i parenti degli ospiti, in presenza in piena sicurezza e attraverso videochiamate per garantire la salute di tutti a fronte dell'emergenza sanitaria. “Le famiglie sono una parte fondamentale”, conferma la psicologa OSA “non ci può essere riabilitazione senza instaurare una collaborazione e senza poter offrire loro un sostegno. Ora ci vediamo in un'area adibita all'esterno della struttura e cerchiamo comunque di mantenere vivi i rapporti, perché è un aspetto determinante per migliorare la qualità della vita degli ospiti e dei loro cari”.  

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