“Partecipare. Predisporsi all'ascolto. Condividere. Essere utile all'altro. Essere pazienti. Aiutare. Donare il proprio tempo. Risolvere i problemi. Accogliere. Mettere a disposizione le proprie risorse e competenze. Amare il prossimo”.
 

Sono queste alcune delle risposte alla domanda “Cosa significa per te essere volontario?” posta ieri, 19 dicembre, ai volontari del progetto Nontiscordardimé senior presenti alla I Giornata di workshop dedicata alla condivisione e all'incontro e organizzata nella Sala Rossa della sede OSA in via Vallerotonda.
 

Durante il pomeriggio i partecipanti sono stati divisi in gruppi per simulare situazioni di intervento che potrebbero verificarsi all'interno delle Unità d'Ascolto e di Orientamento Socio-Sanitario (UAOSS) presenti nelle parrocchie. Ogni 'team' ha ipotizzato le strategie per risolvere le diverse situazioni e individuato gli enti sul territorio cui rivolgersi a seconda delle necessità.
 

A coordinare i lavori la responsabile OSA del progetto Maria Chiara Galizi, insieme agli operatori della UAOSS Ilaria Tagliavia, Viria Sassi e Gianluca Palumbo. Questi ultimi sono impegnati nelle 23 parrocchie, insieme ai 32 volontari del progetto, ogni settimana.
 

Al termine dei workshop, un referente individuato per ogni 'classe' ha riferito il proprio caso alla platea ed esposto le possibili strategie per affrontare i problemi di chi si rivolge alla UAOSS.
 

Il workshop, considerato utile da organizzatori e partecipanti, ha permesso ai volontari delle diverse parrocchie coinvolte nel progetto di conoscersi, confrontare le proprie esperienze e prendere spunto dalle soluzioni adottate dagli altri volontari.
 

Inizia a crearsi un’identità di gruppo intorno al progetto Nontiscordardimé senior, i volontari hanno avuto l’occasione di conoscersi e riconoscersi parte di uno stesso cammino. La rete aumenta così i suoi nodi: volontari, parroci, altre realtà di volontariato, servizi socio-sanitari, famiglia, medici di medicina generale, cooperative, un tessuto sempre più fitto che si organizza a tutela dei più bisognosi.
 

L’importanza della rete è stata espressa con chiarezza da uno dei presenti: “Ho capito finalmente il concetto di fare rete che significa anche chiedere aiuto agli altri, senza dover necessariamente fare da soli. Perché in effetti insieme è tutto più semplice ed efficace”.
 

A conclusione del primo incontro, è stato fatto un brindisi per augurarsi 'Buone feste' e per portare avanti, con entusiasmo e partecipazione ancora più forte, le attività di volontariato al fianco degli anziani in difficoltà nell'anno che verrà.

L'appuntamento è per tutti al 2018 dove saranno organizzate, bimestralmente, altre giornate di condivisione e confronto.

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