Il bastone della vecchiaia è una conquista spesso faticosa e costosa. Ci sono numeri che parlano da soli.
 

Un ricovero ospedaliero costa mediamente tra i 700 e gli 800 euro al giorno a persona. Con gli stessi soldi si potrebbero assistere ogni giorno dieci persone fuori dagli ospedali. In molti casi proprio i nostri anziani, quelli che ogni famiglia si trova a sostenere nell’ultimo ‘atto’ della loro vita.
 

Si potrebbe obiettare: cosa importa dove viene fatta l’assistenza? Invece quel dato è significativo almeno per una ragione. Il Sistema sanitario nazionale è concepito per rispondere (bene) a problemi sanitari acuti mentre il bisogno di assistenza è anche, soprattutto, diffuso. Basti pensare che un anziano su sei in Italia non è autosufficiente, mentre uno su tre soffre di una patologia cronica. Questa è la realtà nel secondo Paese più vecchio al mondo, dove ogni cento giovani si contano 161 over 65, dove la speranza di vita è tra le più elevate.
 

Accade che in un’Italia non proprio da Malato immaginario di Molière (semmai è il contrario: alto fabbisogno di cure e bassa propensione alla spesa sanitaria) ci siano eccellenze e lacune. Realtà all’avanguardia come il cantiere a Monza del primo villaggio per l’Alzheimer. Ma anche un sistema sanitario che, da solo, non arriva dappertutto. Costretto a delegare le cure domiciliari a un esercito di 900mila badanti. Numero impressionante, superiore a quello del Sistema sanitario nazionale.
 

Il presidente di FederazioneSanità e della Cooperativa OSA Giuseppe Milanese fa notare che 11 milioni di italiani si sono assicurati, che la spesa privata si sta alzando. E questo vuol dire che le famiglie per occuparsi dei loro anziani sono costrette a mettere mano al portafogli.

 

Per leggere l’articolo integrale pubblicato su Quotidiano Nazionale (Nazione – Carlino – Giorno) il 31 marzo 2017 clicca qui

 

 

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